lunedì 18 febbraio 2008

ALLA LUCE DELLA SCRITTURA

Da questi ritratti di anime possiamo scorgere delle caratteristiche comuni. Una caratteristica comune è che sovente un dono fatto a un'anima vale a insuperbire l'anima stessa e la rende incapace di proseguire speditamente nel suo cammino.
Un'altra caratteristica comune è che esiste sempre uno spiraglio di luce lasciato aperto perché l'anima non si abbatta del tutto. Nella Scrittura troviamo i seguenti passi che testimoniano di ciò: nel Vangelo (Giovanni cap.15) Gesù Cristo dopo aver detto che Lui è la vera vite e il Padre Suo è il vignaiolo dice: “Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”. Questa potatura è in vista di una maggiore vitalità del tralcio il quale rischierebbe di insterilire se non fosse potato sapientemente. Così come l'anima che rischierebbe di crogiolarsi nell'orgoglio dei doni ricevuti. Più avanti continua: “Rimanete in Me e Io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in Me.”. E San Paolo dice nella prima lettera ai Corinzi, capitolo 10 che “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.”

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