sabato 9 febbraio 2008

COMPIERE LA TRAVERSATA DAL REGNO DELLE TENEBRE AL REGNO DELLA LUCE

Io credo che la parabola della vita è racchiusa in semplici messaggi che ci offre la natura. Per esempio, quando siamo in acqua, sappiamo che se ci abbandoniamo completamente all'acqua, l'acqua ci sostiene, mentre se cerchiamo un appoggio sull'acqua annaspiamo. Così Dio ci chiede una fiducia totale in Lui. Dio ci chiede di abbandonarci a Lui a corpo morto. La fede non può mai essere uno sforzo mentale, ma è il credere in qualcosa che già sappiamo che non ci abbandonerà. Infatti Gesù disse: "Se aveste fede quanto un granellino di senape potreste dire a quella pianta: sràdicati e trapiantati in mare ed essa vi obbedirà". Basta un piccolo granello di senape di fede, però ci deve essere. A ben vedere, sempre noi compiamo atti di fede nella nostra vita quotidiana. Se portiamo l'automobile dal meccanico ci fidiamo di lui. Quando comperiamo da mangiare ci fidiamo di coloro che hanno preparato e confezionato il cibo. Quando dobbiamo attraversare un lago o l'Oceano Atlantico con una imbarcazione ci fidiamo che tutto vada bene e ci abbandoniamo sulle acque con tutto il grande peso nostro e dell'imbarcazione. Mi fanno ridere coloro che vogliono ridurre ogni cosa a dimostrazione scientifica senza la fede. Anche nelle teorie fisiche occorre scegliere tra le varie ipotesi e teorie possibili, "fidandosi" più di una teoria che di un'altra ed è ben noto che il grande Albert Einstein si affidava molto al suo intuito quando doveva scegliere la pista da seguire nelle sue ricerche. La fede presuppone di mettersi all'opera. Non c'è contraddizione tra la fede e le opere perché la fede senza le opere è morta come dice la Scrittura. Infatti se io mi fido dell'imbarcazione, allora ci salgo su e compio la traversata. Se mi fido di Gesù Cristo e dell'avvento del Regno di Dio tra gli uomini allora opero secondo la volontà di Dio, proprio perché mi sono fidato di Lui.

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