lunedì 11 febbraio 2008

AIUTO, MI STA SCAPPANDO IL COMPUTER DA SOTTO IL MONITOR

Consideriamo il computer nell'essenza del suo funzionamento. Il computer è una macchina che è in grado di compiere delle operazioni, dette istruzioni, così come le legge in sequenza dalla memoria. La ragione della versatilità del computer sta tutta qui, nel fatto che si può programmare ogni volta in modo diverso la sequenza delle operazioni che il computer deve andare a svolgere e quindi la moltitudine delle cose che un computer può fare è senza limiti, ha come unico limite la fantasia umana. La tendenza di oggi è quella di procurarsi i programmi già bell'e fatti. I programmi che in genere si usano sono dei programmi mastodontici, creati da aziende, che hanno migliaia di istruzioni, infatti ogni piccola operazione che un programma è in grado di eseguire equivale a molte microistruzioni del processore. Quando sono usciti sul mercato i primi computer, l'utente medio era uno che si scriveva i programmi da solo. Programmini semplici, non mastodontici come quelli creati dalle aziende. Sulla piazza non c'era certo tutta la scelta addirittura strabordante che c'è oggi, però l'utente medio poteva trarre soddisfazione facendo funzionare il computer come voleva lui, ossia programmandolo e c'era un contatto molto più diretto tra l'utente e la macchina e si capiva molto di più il funzionamento della macchina, funzionamento che con l'evoluzione dei computer è diventato sempre più complesso e si è allargato perciò il divario tra l'utente e la macchina stessa. Probabilmente molti non sanno nemmeno come si faccia a scrivere dei programmi per computer. Bisogna procurarsi dei programmi appositi, i quali a loro volta ti permettono di scrivere programmi! Ci sono diversi linguaggi di programmazione, tipo BASIC, C, JAVA.... Ogni linguaggio ha dei comandi, che sono le istruzioni e ha una sintassi che è il modo in cui devono essere scritte le istruzioni. In realtà queste istruzioni non sono eseguite direttamente dal processore, ma ogni istruzione è poi tradotta in molte microistruzioni, le quali sono le uniche che il processore è in grado di eseguire direttamente. Esiste anche un linguaggio che ti permette di scrivere direttamente o quasi le istruzioni in una forma simile a quelle singole eseguite dal processore e questo linguaggio si chiama ASSEMBLER, ma francamente c'è da rompersi il capo! Dico tutto questo per cercare di avvicinare un poco l'utente al modo diretto di funzionare della macchina, in modo da poterla usare più efficacemente e con più soddisfazione. Senza tener conto del fatto che ci sono aziende che hanno tutto l'interesse a mantenere l'utente ignaro dei segreti del computer, in modo che l'utente debba dipendere sempre di più da loro. A questo proposito non posso non segnalare l'egregio adoperarsi di tale Richard Stallman, che fin dagli anni '80 era contrario al fatto che delle aziende potessero esigere i diritti d'autore per i programmi (o altrimenti detti “software”) di loro proprietà. Egli era per una libera circolazione del software, il quale poteva essere utilizzato e quindi modificato e migliorato a piacimento, senza pagare alcun diritto d'autore a nessuno, con beneficio di tutta la comunità che poteva usare programmi continuamente migliorati da chi ne avesse la competenza. Egli incominciò a scrivere un sistema operativo “libero”, poi qualcun altro (Linus Torvald) continuò la sua opera e così è nato Linux, il quale è un sistema operativo libero o gratuito. Forse la cosa più pregevole di tutta questa storia è che con Richard Stallman è venuta fuori una nuova forma di tutela di diritti d'autore chiamata Copyleft, contrapposta al Copyright. Con il Copyleft nessuno può appropriarsi della tua opera (sia essa software o opera letteraria o quant'altro ancora) per fare soldi però l'opera è libera e può venire copiata. Ci si può guadagnare sui costi di distribuzione e non sul diritto d'autore tradizionalmente inteso. A questo punto non posso non rilevare che questa è una cosa pregevole dal punto di vista cristiano. Infatti Gesù Cristo disse: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. E “Pensate al Regno dei Cieli e alla sua giustizia e tutte le altre cose vi verranno date in aggiunta”. E ancora: “A chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere”. E' giusto che uno abbia del guadagno dal suo lavoro ma esigere addirittura un compenso per tante volte quante viene riprodotta la propria opera mi sembra un tantino troppo. Credo anche che, da parte di chi ha ricevuto da Dio un dono di essere un autore di opere, ciò sia offesa a Dio e al suo dono.

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