lunedì 18 febbraio 2008

LA MUSICA: MATEMATICA INDIPENDENTE DEL NOSTRO CERVELLO

Qualcuno ha detto che il piacere della musica deriva dal fare matematica senza accorgersi di farla. In effetti la musica è tutta un gioco di proporzioni costanti. Lo stesso ritmo della musica scandisce il tempo in intervalli uguali e proporzionali di tempo. Già Pitagora (V secolo a.C.) si era accorto che suonando due corde le cui lunghezze stanno in rapporto tra di loro come due numeri piccoli: 1/2, 2/3,3/4, si produce un suono armonico. In effetti le cose stanno così: se prendiamo, per esempio, un do, allora il do dell'ottava superiore ha frequenza doppia (e la corda corrispondente è lunga la metà). Il sol ha frequenza 3/2 (e la corda corrispondente è lunga 2/3), il fa ha frequenza 4/3 (corda lunga 3/4, ecc...), il la ha frequenza 5/3, il mi ha frequenza 5/4, il sibemolle ha frequenza 7/4, il, re ha frequenza 9/8 e il si ha frequenza 15/8. In altri termini, immaginando un intervallo tra 1 e 2, numeri ai quali corrispondono le frequenze del do e del do dell'ottava superiore, allora dividendo quest'intervallo in due otteniamo 3/2 che è la frequenza del sol. Dividendo l'intervallo in tre otteniamo 4/3 e 5/3, frequenze del fa e del la. Dividendo l'intervallo in 4 otteniamo 5/4, 6/4 e 7/4. 5/4 è la frequenza del mi, 6/4 è uguale a 3/2 e l'abbiamo già assegnata al sol e 7/4 è la frequenza del sibemolle. Dividendo poi l'intervallo in 8 otteniamo 9/8, frequenza del re e 15/8 frequenza del si.

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