venerdì 9 maggio 2008

GENTE, ATTENTI A COME ASCOLTATE

Dai manoscritti del mar morto, Inni, cap. 5:

Ti ringrazio, Adonai,
poiché a me hai illuminato il tuo volto...
...a te nella gloria eterna con tutti...
...tua bocca
e tu mi hai liberato da... e da...
hai salvato l'anima...
Essi non mi stimavano e resero la mia anima
come una nave nelle profondità del mare
e come una città fortificata
di fronte ai nemici.
Ero nell'angoscia
come una donna partoriente
al suo primo parto,
allorché improvvise giungono le sue doglie
e un tormento atroce (colpisce) le sue increspature
facendo contorcere la fornace
di colei che è incinta,
poiché i figli sono giunti ai flutti di morte.
Colei che è incinta di un uomo
era tormentata dai suoi veementi dolori poiché
tra i flutti di morte partoriva un maschio e,
tra veementi dolori da Sheòl,
scaturiva, dalla fornace di colei che era incinta,
un mirabile consigliere
con la sua potenza
e un uomo usciva fuori incolume
dalle increspature.
Su colei che è incinta di lui
si precipitavano tutti i flutti
e i tormenti acuti,
nel momento in cui (i figli) erano partoriti
e lo spavento colpiva coloro che ne erano incinte;
nel momento in cui era partorito,
giungevano improvvisamente tutte le doglie
nella fornace di colei che era incinta.
E colei che era incinta di una vipera
era in preda atroce e i flutti della fossa
(venivano scatenati) per ogni azione terrificante.
Vacillavano le fondamenta del muro,
come una nave sulla superficie del mare, rumoreggiavano
le nubi con frastuono scrosciante
e quanti sedevano nella polvere,
come quelli che percorrevano i mari,
erano terrificati dallo scrosciare delle acque.
Tutti i loro sapienti divennero
come i marinai nelle profondità del mare,
perché era stata annientata
tutta la loro sapienza
dallo scrosciare delle acque
e dal ribollimento degli abissi
contro le sorgenti delle acque:
i marosi erano proiettati in alto,
i flutti del mare mandavano uno scrosciante frastuono
e nel loro scatenamento
si aprivano lo Sheòl e l'Abaddon
e tutte le frecce della fossa
li inseguivano;
facevano udire all'abisso la loro voce.
Si aprivano le porte dello Sheòl
per tutte le opere della vipera
e i battenti della fossa si chiudevano
dietro colei che era incinta di iniquità
e le spranghe eterne
dietro tutti gli spiriti della vipera.

In questo 5° capitolo degli Inni dei manoscritti di Qumran si parla di una donna che è incinta di un uomo ed è tormentata dai suoi veementi dolori e partorisce un mirabile consigliere. Si dice anche di altre donne che sono incinte e che partoriscono nello spavento. Poi si parla di una donna che è incinta di una vipera. Si parla di ribollimento degli abissi e si dice che tutta la sapienza dei sapienti viene annullata. Infine si dice che si aprono le porte degli inferi e i battenti si chiudono dietro colei che è incinta di iniquità e le spranghe eterne dietro tutti gli spiriti della vipera. C'è un ribollimento degli abissi e i sapienti diventano come marinai nelle profondità del mare, si dice. La ragione di questo si dice all'inizio: “Essi non mi stimavano e resero la mia anima come una nave nelle profondità del mare e come una città fortificata di fronte ai nemici”. Genti, “attenti a come ascoltate, perché a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere” (queste ultime sono parole di Gesù nel Vangelo).

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