giovedì 8 maggio 2008

COMMENTO INFERNO CANTO VIII

19. Flegiàs, figura mitologica, figlio di Marte e Crise, presente anche nell'Eneide di Virgilio, condannato al luogo di supplizio eterno del Tartaro per avere incendiato il tempio di Apollo, il quale gli aveva sedotto la figlia. E' qui posto da Dante come custode degli iracondi e accidiosi.
25-27. Questo è un segno che Dante non è uno spirito, ma è lì in carne ed ossa: il fatto che il suo peso corporeo fa scendere di livello la barca nella palude.
43-45. E' la prima volta che Dante tratta male un dannato all'inferno e non solo Dante lo tratta male, ma addirittura per questo Virgilio trova per Dante parole che già furono dette al Cristo: “Benedetta colei che fu incinta di te” (Luca 11,27).
68. Dite è il nome della città infernale che si appressa. Seguendo l'Eneide di Virgilio, anche Dante chiama Dite sia la città infernale che il suo re: Lucifero.
82-83. ne vidi più di mille piovuti dal cielo: Questo “piovere” dal cielo rievoca la caduta degli angeli ribelli, che appunto dopo la loro ribellione sono caduti dal cielo. Dunque Dante vide una moltitudine di diavoli comparire improvvisamente e piazzarsi sulle porte della città infernale.
104-105. Colui che permette che Dante e Virgilio visitino l'inferno fino a giungere nel suo profondo è Dio: “'l nostro passo/ non ci può tòrre alcun: da tal n'è dato”. Il “tal” di cui si parla è Dio. Questo “tal” è da mettersi a confronto con il “tal” dell'ultimo verso di questo Canto: “tal che per lui ne fia la terra aperta”. Forse il fatto che il personaggio a cui si accenna in quest'ultimo verso, e che comparirà maestosamente nel Canto successivo, sia designato con “tal”, come nel verso 105, non è un caso.
124-127. Nel Vangelo Apocrifo di Nicodemo si dice che quando il Cristo vittorioso dopo la Sua Risurrezione, scese nel limbo per portare via con Sé quegli spiriti che riteneva degni, i diavoli gli si opposero, sì che Egli spezzò la porta dell'inferno che ancora adesso si trova senza serratura. Questa porta è quella che Dante e Virgilio trovano aperta all'inizio del III Canto.
128-130. Vedi nota ai vv. 104-105.

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