mercoledì 7 maggio 2008

COMMENTO INFERNO CANTO VII

1. Pape in latino significa “Oh”. Aleph è la prima lettera dell'alfabeto ebraico e significa “ahimé”. “Pape Satàn pape Satàn aleppe!” si potrebbe tradurre con “Oh Satana oh Satana ahimè!”.
2. Pluto è il dio delle ricchezze, messo qui da Dante a custodia del cerchio degli avari e dei prodighi.
22-23. L'immagine è presa dallo stretto di Messina, dove ci sono le acque dello Ionio e del Tirreno che si scontrano.
25-35. Dice che ci sono spiriti che percorrono dei semicerchi portando dei pesi, scontrandosi e insultandosi dicendosi: “Perché tieni?” ovvero “Perché sei tirchio?” e “Perché spèrperi?”. Poi lì si voltano e ripercorrono il semicerchio per arrivare all'altro punto di scontro.
36. Dante aveva il cuore “quasi” compunto. Pur nello spettacolo straziante, come egli stesso dice nei vv. 19-20: “Ahi giustizia di Dio! chi ammassa tante inaudite tribolazioni e pene quante io ne vidi?”, tuttavia non arriva a una compassione completa verso queste anime e il perché è da ricercarsi nella vita sconoscente che fecero, come dirà al v. 53. La loro stessa sconoscente vita fa sì che Dante non arrivi alla completa compunzione di cuore.
38-48. Dante chiede in generale “che gente è questa?” e poi in particolare vuole sapere se furono tutti “chierici” ovvero ecclesiastici, questi che portano la “chierica”, ovvero la tonsura ecclesiastica, alla loro sinistra. Virgilio risponde che tutti quanti furono ciechi della mente, che non utilizzarono le ricchezze secondo misura, gli avari accumulando per se stessi e i prodighi sperperando. E poi conferma a Dante che coloro che portano la chierica sono effettivamente chierici e non solo semplici chierici, ma ci sono tra loro anche papi e cardinali, tutti dalla parte degli avari, alla loro sinistra. Nei vv. 43-45 viene definita meglio la descrizione della vista di questo cerchio che si presenta a Dante e Virgilio, che si trova nei vv. 25-35, infatti qui si dice che ai due punti di scontro, li divide, separandoli, una colpa contraria “dove colpa contraria li dispaia” (v. 45). Il significato allegorico è che né gli avari né i prodighi compiono un cerchio completo, che significa disporre dei beni ricevuti con riconoscenza a Dio che li ha donati. Compiere un cerchio completo significa conservare i beni, quando è opportuno conservarli e donarli quando è opportuno donarli. Invece gli avari e i prodighi percorrono solo mezzo cerchio e poi lì si scontrano e si insultano a vicenda. Tutti portano dei pesi, perché sia gli avari che i prodighi vivono la ricchezza come un peso, non con la leggerezza di chi ha ricevuto un dono da Dio ed è lieto di restituirlo a Dio.
49-54. Dante spera di riconoscerne qualcuno, ma Virgilio gli risponde che essi sono inconoscibili, non si possono riconoscere, perché hanno fatto una sconoscente vita. Per la prima volta Dante non riconosce nessuno, perché non può, e perciò non parla con nessuno.
98-99. già scende ogni stella che saliva: significa che sono passate 6 ore da quando si incamminarono. Quando si incamminarono stava scendendo la sera (Canto II, 1-3) e perciò siamo poco dopo mezzanotte. Virgilio sa quanto tempo è passato anche se nell'inferno non si possono vedere le stelle: “....l'aere sanza stelle”dice Dante nel Canto III,23.
109-126. Qui vengono descritti i peccatori del cerchio successivo, il V cerchio, che sono gli irosi e gli accidiosi.

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