Si può morire di lavoro? Certo che si può! Forse che interessano a qualcuno le persone che muoiono ogni giorno sul lavoro? Se ne parla, se ne discute, si dedicano giornate dedicate a loro. Ma questo può bastare? No! Serve solo a soddisfare la nostra esteriorità, che abbiamo bisogno di fare vedere che lanciamo segnali concreti. E poi tutto torna come prima. Il Cristo vede se i nostri atti hanno una motivazione interiore o se sono esclusivamente esteriori: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!” (Mt 23, 29-32). Qualcuno si è lamentato dei rifiuti a Napoli come se quello fosse il problema più grave, ma quando c'è la vita umana di mezzo, non credo che ci siano problemi più gravi! Ma siete sicuri che la mia vita, la tua vita, la nostra vita, sia importante per tutti gli altri? Io non credo. Io non credo che a qualcuno interessi, per esempio, se io lavoro o se me ne vado a spasso tutto il giorno. Ma se per vivere poi sono costretto a rubare, ecco che allora questo interessa, ma solo perché divento un problema per la sicurezza del cittadino! Io non credo alle parole scontate che si spendono in favore dei giovani: più lavoro, meno disoccupazione, ecc....Parole, parole, parole, parole. Io non credo alle parole scontate che si spendono in favore della sicurezza sul lavoro! Io credo che in nome dell'economia si tollera che continuino a morire persone di lavoro. Poi facciamo un bel comizio sulla sicurezza sul lavoro, condito di tante belle parole, e così ci sentiamo di nuovo a posto!
venerdì 2 maggio 2008
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