lunedì 26 maggio 2008

IL VANGELO DI MATTEO

Diamo una scorsa ai quattro Vangeli, incominciando da quello di Matteo. Il Vangelo inizia dai preliminari. Si racconta la nascita di Gesù da una donna santa, addirittura vergine! Affinché la buona novella sia credibile dagli uomini è necessario che sia avvolta da un alone di santità. La nascita verginale di Gesù testimonia della Sua origine! Un'origine non umana, perché non ha avuto bisogno dell'intervento dell'uomo, ma “si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”, quindi un'origine assolutamente divina! Gesù ha preso la natura umana dalla Sua Madre Santa e la natura divina dal Suo Padre Celeste! Viene riportata nel primo capitolo del Vangelo di Matteo anche la profezia del profeta Isaia, in soccorso di chi vuole credere: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele (Dio con noi)”. Sette secoli prima dell'avvento di Cristo già il profeta Isaia aveva scritto di una Vergine che darà alla luce un Figlio! E poi, dal secondo capitolo sono raccontati gli altri segni! Un Re che si rispetti ha bisogno di una corte regale ad attendere al suo arrivo! Ecco allora che viene raccontata la visita dei re Magi dall'oriente, guidati da una stella! Ci sono anche coloro che non gradiscono la visita di questo Re dal Cielo e allora vengono uccisi degli innocenti nell'intento di uccidere l'Innocente! E' il re Erode che ordina di uccidere tutti i bambini nei dintorni di Betlemme dai due anni in giù! Infine troviamo il precursore di Cristo, Giovanni Battista, a preparargli la strada!
Questi sono tutti segni messi da Dio affinché gli uomini possano riconoscere la portata dell'evento della venuta di Cristo! Il tutto accompagnato da riferimenti alla Scrittura che annunciavano il compiersi di queste cose! Subito dopo c'è il quarto capitolo che racconta delle tentazioni di Gesù nel deserto! Matteo racconta così l'inizio della attività di questo Re dei re atteso dai secoli: si lascia condurre nel deserto per essere tentato dal diavolo! Povero, solo, senza acqua e senza cibo! (Maria Valtorta racconta che per dissetarsi Gesù beveva la rugiada che si posava sulle piante nella notte!). Gesù si lascia tentare nel deserto! Ecco il segreto della vittoria per noi che vogliamo condividere con Cristo la gloria della nostra buona riuscita umana! Sapere dire di no alle tentazioni del diavolo! Ecco la vera gloria umana di questo Re dei re! Gesù incomincia a insegnare, a guarire e a chiamare i primi discepoli. Nel quinto capitolo vengono riportate le “beatitudini” proclamate da Gesù sulla montagna: “Beati i poveri in spirito........”. Le beatitudini sono una sorta di decalogo di Mosè (i dieci comandamenti) però al positivo: invece di dire “Non fare questo........”, “Non fare quest'altro........” viene detto: “Beato te se farai questo........”, “Beato te se farai quest'altro........”! La preghiera del Padre Nostro viene insegnata nel sesto capitolo. Nel settimo capitolo Gesù insegna la regola d'oro, anche qui al positivo: invece di “non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi” dice “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti”! Nell'ottavo capitolo calma una tempesta nel lago sgridando i venti e il mare! Nel nono capitolo attesta che Egli può rimettere i peccati! Per fare ciò dopo aver rimesso i peccati a un paralitico gli rende la guarigione! Nel decimo capitolo manda i suoi discepoli a predicare e a guarire: “Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni”. Nell'undicesimo capitolo afferma la Sua origine divina: “Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”! Nel dodicesimo capitolo insegna qual è il peccato che non sarà perdonato, né in questo mondo, né nell'altro mondo: la bestemmia contro lo Spirito Santo! Nel tredicesimo capitolo tra le altre parabole spicca la parabola del seminatore! Nel quattordicesimo capitolo sfama una folla di cinquemila uomini con cinque pani e due pesci! Poi salva di nuovo i suoi discepoli dalla violenza delle acque: viene incontro a loro camminando sulle acque. Nel quindicesimo capitolo corregge la tradizione degli antichi. Ai farisei e scribi che rimproverano ai discepoli di Gesù di non essersi lavati le mani prima di prendere il cibo, Gesù dice: “Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!”. “Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie”. Nel sedicesimo capitolo troviamo la professione di fede di Simon Pietro! “La gente chi dice che Io sia?” chiede Gesù. I discepoli rispondono: “Alcuni Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. “E voi chi dite che Io sia?” continua Gesù. E Simon Pietro risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”! Nel diciassettesimo capitolo Gesù prende con Sé Pietro, Giacomo, e Giovanni e li porta su un alto monte e si trasfigura davanti a loro: “il Suo volto brillò come il sole e le Sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. [........] una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: -Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo-. All'udire ciò i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. [........] E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: -Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti-.
Nel diciottesimo capitolo: “In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”! Nel diciannovesimo capitolo Gesù ribadisce che il matrimonio è indissolubile!
E aggiunge: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così”! Subito dopo parla della continenza volontaria per il regno dei cieli: “Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della loro madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”! Così nello spazio di dieci versetti ci sono scritte le basi per il Sacramento del Matrimonio e per il Sacramento dell'Ordinazione Sacerdotale!
“....colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo....” è l'insegnamento del ventesimo capitolo! Nel ventunesimo capitolo Gesù fa il suo ingresso trionfale in Gerusalemme seduto sopra un'asina. La folla gridava: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!”. Nel ventiduesimo capitolo, interrogato dai farisei se fosse lecito o no pagare il tributo a Cesare, Gesù disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”! Nel ventitreesimo capitolo ci sono le maledizioni di Gesù agli scribi e ai farisei: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. [........] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. [........] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.[........] Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?........”. Nel ventiquattresimo capitolo Gesù parla delle cose che dovranno accadere alla fine. “....Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli....”. Nel venticinquesimo capitolo Gesù racconta due parabole del giudizio di Dio e poi racconta il giudizio finale vero e proprio: “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a Lui tutte le genti, ed Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il Re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a Me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da Me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma Egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a Me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”. Nel ventiseiesimo capitolo Maria, la sorella di Lazzaro (come è specificato meglio nel Vangelo di Giovanni) rompe un vaso di alabastro di olio profumato e lo versa sul capo di Gesù. Allora Giuda Iscariota (sempre come è specificato nel Vangelo di Giovanni) disse: “Perché questo spreco? Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!”. Ma Gesù disse: “Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di Me. I poveri infatti li avrete sempre con voi, Me, invece, non sempre mi avete. Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà anche detto ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei”. Come è detto in Maria Valtorta, in questa unzione di Gesù con l'olio, prima della Sua morte, è rappresentato il Sacramento della Estrema Unzione o anche detto della Unzione degli Infermi. Sempre in questo capitolo Gesù consuma l'ultima cena con gli Apostoli e poi viene arrestato dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo e viene da loro condannato a morte. La condanna a morte di Gesù è raccontata così: “....il sommo sacerdote gli disse: - Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio - . - Tu l'hai detto - gli rispose Gesù – anzi Io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio e venire sulle nubi del cielo - . Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: - Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare? - E quelli risposero: - E' reo di morte -....”. Nel ventisettesimo capitolo i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo conducono Gesù dal governatore Pilato. Infatti la Giudea era una provincia di Roma e solo il governatore romano poteva fare eseguire una sentenza di morte. Gesù, accusato davanti a Pilato fece grande silenzio tanto che il governatore se ne meravigliò grandemente! Era usanza, per ogni festa di Pasqua, che il governatore rilasciasse al popolo un prigioniero. Pilato chiese alla folla se volesse che fosse rilasciato il prigioniero Barabba o il prigioniero Gesù, chiamato il Cristo. La folla, istigata dai sommi sacerdoti e dagli anziani, rispose: “Barabba!”. Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”. Pilato si lavò le mani davanti alla folla dicendo: “Non sono responsabile di questo sangue!”. E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”. Pilato rilasciò Barabba e dopo aver fatto flagellare Gesù lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. I soldati lo spogliarono, gli misero addosso un manto scarlatto, sul capo una corona di spine e una canna nella mano destra e lo schernivano, lo percuotevano sul capo con la canna e gli sputavano addosso. Poi gli tolsero il mantello, gli fecero indossare i Suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Incontrarono un uomo, Simone di Cirene e fecero portare a lui la croce che avrebbe dovuto portare Gesù. Lo condussero sul Gòlgota che significa: “luogo del cranio”. Gli diedero da bere vino mescolato con fiele ma Egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Fu crocifisso e si spartirono le Sue vesti tirandole a sorte. Sul Suo capo pendeva la scritta della motivazione della sua condanna: “Questi è Gesù il re dei Giudei”. Con Lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Fu oltraggiato dai passanti, dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani e dai ladroni. “Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: - Elì, Elì, lemà sabactàni? - , che significa: - Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? - . Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: - Costui chiama Elia - . E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: - Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo! - . E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: - Davvero costui era Figlio di Dio! - . C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo”. Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato il corpo di Gesù. Avvolto il corpo di Gesù in un candido lenzuolo, lo depose in una tomba nuova che si era fatta scavare nella roccia. Poi rotolò una grande pietra davanti alla tomba e se ne andò. Davanti al sepolcro stavano le pie donne che lo avevano seguito. Nel ventottesimo e ultimo capitolo viene raccontata la gloriosa Resurrezione di Cristo. Il terzo giorno dalla Sua morte vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore rotolò la pietra del sepolcro e si sedette su di essa. “Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve”. Per lo spavento le guardie erano tramortite. L'angelo disse alle donne: “Non è qui. E' risorto, come aveva detto [........] andate a dire ai suoi discepoli: e' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto”. Poi il Risorto si manifesta alle pie donne. Infine si manifesta ai discepoli dicendo: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

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