Auguro a tutti di vivere una ricca povertà. Che cosa dobbiamo intendere con povertà? Povertà di risorse materiali e spirituali. Povertà che non significa indigenza assoluta. Significa che non abbiamo tutto ciò che desideriamo avere, materialmente o spiritualmente. Auguro a tutti di vivere una povertà che non invidia i ricchi, non una povertà che vive nella rabbia e nell'insoddisfazione per non potere conseguire ciò a cui si aspira. Qualunque siano le cose a cui si aspira. Siano beni materiali o doti intellettuali o spirituali o altro ancora. Una povertà serena, che attinge la sua forza dalla consapevolezza di avere fatto tutto il possibile. La povertà è sempre stata una condizione dell'uomo. I nostri antenati dovevano faticare molto per avere il sostentamento materiale quotidiano, così come si deve ancora faticare molto in molte parti del mondo per ottenerlo. Ma se oggi, nel nostro mondo occidentale, non c'è più una così stringente necessità per il sostentamento quotidiano, pure c'è povertà: povertà psicologica, spirituale, solitudine, frustrazione per non potere conseguire i propri obiettivi. Ed è una povertà che non si manifesta all'esterno e perciò è più pericolosa perché riesce a devastare gli individui nell'intimo, in una situazione di solitudine psicologica e morale. Perciò dico: auguro a tutti di potere vivere una ricca povertà! Che non abbiamo paura ad essere poveri, a riconoscerci poveri, bisognosi di tutto! Perché la povertà è sempre stata patrimonio dell'uomo! La consolazione nella mia propria povertà personale è che sono cosciente di avere fatto tutto il possibile, tutto quanto era nelle mie possibilità, per migliorare la mia condizione e quella degli altri. Una volta che siamo coscienti di avere fatto quanto era nelle nostre possibilità, possiamo essere sereni! Allora possiamo anche ridere delle nostre miserie! Mischiarci in mezzo alla gente come siamo, per quello che siamo, che forse la gente ci preferisce così, un po' derelitti, poveri, bisognosi, in modo che ognuno possa donare all'altro qualcosa che l'altro non ha, forse solo un po' d'affetto e di comprensione!
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