venerdì 25 aprile 2008

SPECCHIO D'ACQUA

Tante volte mi riesce difficile capire la cattiveria umana o semplicemente la sua insensibilità, la sua superficialità, la sua bassezza. Non capisco come si possa, per esempio, tenere dei pesci prigionieri in un acquario o degli uccelletti in gabbie piccolissime. L'acquario di Genova, che è il vanto di quella città e del nostro paese, che più grandi non c'è n'è, in verità è solo una ingiusta prigione per dei pesci che non hanno commesso nessun reato, se non quello di non potersi difendere dalla stupidità dell'uomo e di non potersi difendere con parole o con versi di alcun genere e infatti si dice: “muto come un pesce”. Non possono nemmeno abbaiare, latrare, mugugnare, guaire. Io vedo queste prigioni che l'uomo fa per gli animali come uno specchio della stessa infelicità dell'uomo. Un uomo che gode nel tenere prigioniere delle creature nate per percorrere liberamente la terra, il cielo e le acque non deve essere molto libero nel suo spirito.

SPECCHIO D’ACQUA (2005)

Nella Sua infinita generosità
il mio Creatore mi aveva regalato un mare
ora mi trovo qua
imprigionato tra quattro vetri
attraverso i quali vedo volti tetri
e percorro sempre lo stesso cerchio
della loro misera realtà io sono uno specchio
Mi hanno tolto la libertà
Lo hanno fatto senza diritto
perché come si dice comunemente:
io me ne sto zitto!
Ciò non sarà impunemente!

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