Ognuno dovrebbe fare un'attività per la quale sente dentro di sé un'attrattiva. Chi sente un'attrattiva per le scienze, chi per le arti. Chi per lo sport, chi per lo studio del diritto, della storia, delle lingue. Chi sente attrattiva per il mestiere del meccanico, chi per quello del muratore. Chi per fare la casalinga, chi per fare l'uncinetto o per fare dei buoni manicaretti. Chi per fare il cinema, chi per scrivere libri o romanzi. Dobbiamo inseguire, perseguire questa nostra attrattiva o vocazione, prima che si spenga del tutto e non sappiamo più riconoscerla per tale! Chiudiamo gli occhi, stiamo in silenzio e pensiamo a ciò che veramente ci piacerebbe fare. Pensiamoci, anche se sembra che sia un'attività che ormai per noi è preclusa totalmente. Dobbiamo anche avere il coraggio di perseguirla, di mirarla da lontano, anche se per il momento non possiamo dedicarci ad essa. Come un fuoco che brucia dentro di noi. Lasciamo che bruci, che arda, non soffochiamo la fiamma fino a spegnerla! Se capita che abbiamo qualche occasione, anche piccola, di dedicarci ad essa, allora cogliamo questa occasione. Non la snobbiamo dicendo: tanto è poca cosa, che utile vuoi che abbia........ Lottiamo anche per quel poco. Dobbiamo lottare per il nostro tesoro anche se fosse per racimolare pochi spiccioli! Un'attività per la quale sentiamo di essere chiamati è ciò che ci rende preziosa la vita. La rende preziosa a noi e agli altri, perché è con la nostra attività che noi edifichiamo anche gli altri. E' come un tesoro che il Signore ha messo dentro di noi perché tutti quanti ne siano edificati. Allora, se dobbiamo scegliere tra un'attività per la quale sentiamo di essere chiamati e un'altra attività per la quale non sentiamo di essere chiamati, ma che ci dà dei vantaggi immediati, come la comodità, il denaro, una posizione sociale, o anche solo la compiacenza delle persone intorno a noi, non esitiamo e scegliamo quell'attività per la quale sentiamo di essere chiamati! E se proprio non possiamo evitare di guadagnarci da vivere con qualcosa che non sentiamo che è il nostro lavoro, allora cerchiamo di distribuire bene il nostro tempo, facendo una cosa e facendo anche l'altra, cercando di fare spazio anche all'altra cosa che ci piace fare! Non facciamo che sia l'economia a decidere come dobbiamo lavorare! Perché si sa che le cose hanno un valore relativo che non è quello assoluto che noi abbiamo dato loro con il denaro! Un mestiere che fa stare bene noi e tutti gli altri uomini ha un valore per il quale non c'è prezzo! Non sarà un caso se il Signore ha detto: “Non preoccupatevi di ciò che mangerete, né di ciò che berrete, ecc........”. Io credo che questi siano i principi di base su cui devono essere costruite le nostre nazioni! Anche il Cristo in Valtorta dice che Dio ha creato tanti ingegneri, tanti scienziati, tante casalinghe, ecc........, tutti in numero tale per cui il mondo intero abbia ciò che gli serve, senza che una parte sia preponderante rispetto all'altra. Eppure, dice ancora, finisce che gli uomini non seguono nemmeno questa vocazione e si mettono a fare altro. E così è ancora una volta l'uomo che crea lo squilibrio nel mondo. E poi dice che se gli uomini si rivolgono a Lui, Egli farà capire loro qual è il mestiere per il quale sono chiamati. Ho riportato queste poche righe tratte da Valtorta così come me le ricordo, ma si possono trovare, se uno ha la pazienza di cercarle, nei Quaderni di Maria Valtorta, Centro Editoriale Valtortiano.
giovedì 24 aprile 2008
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