domenica 27 aprile 2008

LA PARABOLA DEL BUON SEME E DELLA ZIZZANIA

Forse è una delle parabole del Vangelo meno conosciute, quella del buon seme e della zizzania. Almeno meno conosciuta nel suo epilogo, perché poi si sente parlare continuamente del mal seme della zizzania.
La parabola è questa (Mt 13,24-30): un uomo semina del buon seme nel suo campo. Di nascosto, nella notte, viene il nemico dell'uomo e semina della zizzania in mezzo al buon seme. Al momento della fioritura appare anche la zizzania. Allora i servitori vanno dall'uomo e gli dicono: “Vuoi che andiamo a raccogliere la zizzania?”. E l'uomo risponde loro: “No, affinché non succeda che, cogliendo la zizzania, non sradichiate insieme con essa anche il buon seme. Lasciate che crescano insieme fino alla mietitura. Poi alla mietitura farò raccogliere la zizzania per bruciarla e il grano lo farò riporre nel mio granaio”. I significati evidenti sono che l'uomo che semina il buon seme è Dio che semina il bene nelle anime degli uomini. Il nemico che agisce di nascosto è il demonio, che anche lui semina nelle anime degli uomini il suo mal seme quale superbia, invidia, odio, ecc... Ecco che per non estirpare anche il bene che c'è in noi, il Signore evita di infierire sulle cose che a Lui non piacciono di noi. Potrebbe farlo e difatti sono gli stessi servitori, che potrebbero essere degli Angeli, che gli dicono: “Vuoi che andiamo a raccogliere la zizzania?”. L'Altissimo ha cura della Sua buona semenza e non vuole perderla. Egli ha creato il mondo perché il mondo desse buon frutto, per amore e perché godesse dell'Amore di Dio nel Suo regno. Egli non aveva bisogno dell'uomo, bastando a Sé stesso. Egli non ha creato l'uomo con lo scopo di distruggere la sua mala semenza, ma con lo scopo di raccogliere quella semenza buona e così riporla nel Suo granaio, ossia nel Suo regno dove il giorno non conosce tramonto e dove il nemico non può penetrare. Dobbiamo sentire questa delicatezza paterna di Dio, che non ci giudica ogni volta che lo può fare, che non ci rimprovera ogni volta che noi lo meriteremmo. Però prepariamoci per il giudizio, perché un giudizio ci sarà, perché è scritto. E' scritto anche che “Dio è lento all'ira e ricco in misericordia”. Ma alla fine la zizzania sarà raccolta per essere bruciata. Dio non ha deciso di rinunciare al Suo attributo di Giustizia.

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