mercoledì 23 aprile 2008

CHI NON MANGIA IL MIO CORPO E NON BEVE IL MIO SANGUE NON HA LA VITA ETERNA

Se Dio ha detto “non uccidere”, allora perché uccidere gli animali non è peccato? Forse non sono anche loro creature di Dio? Forse non soffrono anche loro del male ricevuto e non godono anche loro del bene ricevuto? Nel libro della Genesi (capitolo 9) Dio dice a Noè e ai suoi figli che gli animali serviranno loro di cibo. E poi dice che chiederà conto della vita dell'uomo. Chiederà conto all'uomo della vita dell'uomo, ad ognuno di suo fratello. Dunque Dio chiederà conto all'uomo della vita dell'uomo, ma non della vita dell'animale. Perché questa diversità di trattamento tra la vita dell'uomo e la vita dell'animale? Innanzitutto viene in mente il comando che Dio ha dato ad Adamo ed Eva: “Potete mangiare di ogni albero e dell'albero della vita, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non potete mangiarne, perché quando ne mangerete sicuramente morirete”. Qui Dio ha chiesto ad Adamo ed Eva una prova di ubbidienza per vedere se poteva fidarsi di loro. Per questa prova di ubbidienza ha dovuto fissare un termine di paragone: “non mangerete dell'albero della conoscenza del bene e del male”. Allo stesso modo, per giudicare gli uomini nel giorno del giudizio finale, Dio ha detto, lo leggiamo dai Vangeli: “Quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avrete fatto a Me”. Allora vediamo che Dio mette l'uomo acquistato dal sangue di Cristo, come termine di paragone per giudicare lo stesso uomo nel giudizio finale. Perché ci vuole un termine di paragone per il giudizio. Noi così sappiamo che se vogliamo ereditare il regno dei cieli dobbiamo sfamare, dissetare, vestire, visitare Cristo nel povero. E' Dio che ha deciso così: “Se volete entrare nel regno dei cieli dovete fare così, dovete acquistare questo biglietto d'ingresso che vi dico io”. Perché un prezzo per il biglietto d'ingresso bisogna pure stabilirlo. Sicuramente che a Dio non fa piacere di vedere che l'uomo è crudele verso gli animali e infatti nelle Scritture si dice di trattare bene gli animali. E poi, se uno si comporta in maniera crudele verso gli animali, io penso che è difficile che riesca a comportarsi in maniera umana verso gli uomini e questo va tutto a suo svantaggio, perché poi alla fine egli sarà giudicato su quello che avrà fatto agli uomini. Io sono proprio curioso di vedere come coloro che allevano gli animali negli allevamenti intensivi, dove le galline non hanno spazio per muoversi e vivono tutte schiacciate le une con le altre, sono proprio curioso di vedere come riusciranno a sfamare, a dissetare, a rivestire il Cristo, perché se non hanno pietà verso gli animali, allora non avranno pietà nemmeno per gli uomini. Io penso che Dio si compiaccia in Cuor Suo dell'amore che gli animalisti hanno verso gli animali e penso che Dio rispecchi il Suo Cuore Candido e Buono nel cuore candido e buono degli animalisti. Ma allora perché Dio non ha dato il comando di non uccidere gli animali, Sue creature? Io credo che qui c'è una pedagogia di Dio nei confronti dell'uomo. Dio cerca di educare l'uomo a poco a poco. Ancora per il momento Dio non è riuscito ad ottenere che l'uomo rispetti la vita dello stesso uomo suo simile! Anche il Cristo, quando era in vita, mangiava gli animali, come tutti gli altri. Quando poi mandò i discepoli avanti a sé a due a due a preparargli la strada, disse loro, tra tutte le altre cose: “Mangiate quello che vi sarà messo dinanzi” (Luca 10,8). Forse può essere edificante al proposito questo passo della prima lettera di San Paolo ai Corinzi (capitolo 8). Non parla di rispettare o non rispettare la vita degli animali, ma parla di mangiare o non mangiare carni immolate agli idoli. Siccome gli idoli non esistono, dice, non ci sono problemi a mangiare o non mangiare carni immolate agli idoli, però aggiunge: “se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello”.
Infine, dobbiamo distinguere la vita materiale dalla vita spirituale. Il Cristo stesso non ha esitato a dare il Suo corpo e il Suo sangue come cibo per l'uomo. “Io ho ricevuto dal Padre Mio questo comando: di dare la vita per poi riprenderla di nuovo”. E ancora: “Chi non mangia il Mio corpo e non beve il Mio sangue non ha la vita eterna. Perché il Mio corpo è vero cibo e il Mio sangue è vera bevanda”.

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