lunedì 28 aprile 2008

COMMENTO AL PRIMO CANTO DELL'INFERNO DI DANTE

8: per trattare del bene che io vi trovai. Alla fine tutto è volto al bene evidentemente.
10-12: io non so bene ridire come io vi entrai...che la via vera abbandonai. Chi entra nelle spire del male non sa ridire nemmeno lui come ci è entrato. Alla fine ci si specchia solo nella luce del vero e del bene. Nelle tenebre e nel male non ci si specchia, non ci si può riconoscere.
17: qui troviamo il sole che, dando la vita al nostro pianeta è il simbolo divino di tutto ciò che c'è di bene.
30: Dante è ancora incerto, per questo non avanza il piede sicuro, anzi dice che il piede più sicuro era quello che rimaneva fermo.
101: Nella simbologia di Dante, il veltro, che è un restauratore delle cose di Dio, è quasi accomunato a coloro che si uniscono con la lupa, ossia con la cupidigia. Infatti veltro significa cane da caccia, quindi non solo un animale anche lui, ma con i connotati fisici quasi simili a quelli del lupo, se non che il cane da caccia ubbidisce al padrone, ossia a Dio, mentre il lupo (o la lupa), almeno nell'immaginario collettivo, è fiera che viene per razziare. Questo sembra volere connotare la natura esclusivamente umana e quindi non divina di questo restauratore.
105-106: ....tra Feltre e il Montefeltro. Di quell'umile Italia sarà salute....Evidentemente l'Italia sarà la patria di questo restauratore. Questa è una interpretazione geografica di questo verso, ma non è la sola. Feltro significa anche cielo ed è anche un tessuto di semplice fattura. Tutti questi significati coesistono insieme.
                                                Aggiunta postuma del 13-02-2014:
Ho trovato un filmato su Youtube del Prof. Nicola Leonzio, nel quale egli sostiene l'interpretazione di questo passo data da Gilberto Mazzoleni, uno studioso delle tecnologie medioevali. Secondo questa interpretazione, ciò che nasceva tra feltro e feltro altro non era che la 'carta'! Dice Leonzio che ancora oggi, come nel medioevo, assistendo ai processi di lavorazione della carta a Fabriano, la cartiera più famosa d'Italia, troveremmo che la pasta di cellulosa, dalla quale poi deriverà la carta, è messa ad asciugare tra fogli di feltro! Nel filmato in questione si sostiene che il Veltro sarebbe la carta sulla quale Dante scrisse la sua Commedia e alla quale avrebbe affidato il compito di liberare l'umanità dalla cupidigia. Noi ci accontentiamo solo della sua prima spiegazione, e cioè che il Veltro potrebbe essere un personaggio che 'nasce dalla carta', cioè che affida la sua missione a ciò che può nascere dalla sua scrittura, uno scrittore quindi. 'Nascita' e 'nazione' hanno la stessa radice, quindi la carta, ossia la scrittura, sia come esordio di se stesso nel mondo nella sua missione ricevuta da Dio, sia come luogo di appartenenza spirituale. Nel mondo globalizzato di oggi ha molto più senso, rispetto al medioevo, dire che i libri, che la lettura e la scrittura, possano essere un luogo spirituale di appartenenza, perciò potrebbe essere più facilmente un personaggio vicino alla contemporaneità. Infine, se è profezia che viene dal Cielo, gli altri significati di cui sopra possono benissimo coesistere, anzi, ci si aspetta che coesistino, perciò 'tra feltro e feltro' può, allo stesso tempo, ma sicuramente con un'importanza minore rispetto all'appartenenza spirituale 'cartacea', indicare un luogo di appartenenza anche geografica: 'tra Feltre e Montefeltro', e allo stesso modo anche gli altri significati di cui abbiamo detto sopra possono avere un senso.
109-111:Questi la caccerà da ogni città........Evidentemente la venuta di questo restauratore coinciderà con una svolta epocale nella storia, datosi che coinciderà con la scomparsa della cupidigia che ritornerà nell'inferno da dove se ne è venuta.
117: per la “seconda morte” vedi l'Apocalisse di San Giovanni. Sarà dopo il giudizio finale.
118-120: coloro che sono contenti nel fuoco........Infatti chi è nel purgatorio sa già di possedere la salvezza dell'anima sua.
124-126. Che cosa avrà fatto mai di male Virgilio tanto da dire che fu ribelle alla legge di Dio? Questo lo dirà lui stesso nel IV Canto. Virgilio è un'anima che sta nel limbo e che quindi non ha altra pena se non quella di desiderare Dio e non poterlo ottenere. Ma dal limbo si può uscire? E' la domanda che fa Dante stesso a Virgilio nel IV Canto e Virgilio gli risponde che Cristo quando risorse da morte, venne nel limbo per portarsi via qualcuno (vedi Inferno, IV Canto). A tal proposito, introducendo delle mie conoscenze personali, e non conoscendo il parere della Chiesa al riguardo, posso dire che il Cristo in Maria Valtorta dice che dopo il giudizio finale il limbo e il purgatorio non ci saranno più. E siamo tutti più contenti (povero Virgilio....).
127: Notare la differenza dei termini. Dio “impera” in ogni luogo, ma “regna” solo in Cielo.

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