sabato 22 marzo 2008

LA NATURA CI INSEGNA LA VITA

La natura ci insegna la vita. Guardate il fiorire di una rosa. Prima si forma il bocciolo, che si ingrandisce quasi invisibilmente ma lentamente e inesorabilmente, fino poi ad aprirsi in quella meravigliosa composizione di petali leggeri, vellutati e profumati, al tempo opportuno, quando abbia raggiunto la giusta dimensione. Questo crescere dal nulla, lentamente, quasi vergognandosi di crescere senza chiedere il permesso. E poi il fiorire, che al tempo opportuno avviene inesorabilmente. Sembra che voglia dirci: abbiate pazienza, perché se avete pazienza, se son rose........fioriranno!
Dobbiamo imparare a guardare tutti gli esseri umani come se fossero dei fiori che al tempo opportuno devono fiorire! Non è con il nostro sdegno, con il nostro rimprovero, che gli esseri umani migliorano e fioriscono! E se i fiori hanno bisogno di fresco e di pioggia, cioè di qualche lavata di capo ogni tanto, pure, a maggior ragione avranno bisogno di luce e di calore, cioè di comprensione e amore. Ma se noi non abbiamo pazienza, se vogliamo che le cose maturino, giungano a compimento quando ancora non è il loro tempo, allora addio! Quanti cuori si sono spenti, non sono maturati, giunti al compimento, per la freddezza glaciale di chi li doveva accudire? E invece di amore e comprensione hanno avuto solo freddo e gelo e pioggia inarrestabile come una continua lavata di capo dal mattino fino alla sera? Dio ha creato tutte le cose e tutti gli esseri perché raggiungano la loro perfezione, il loro perfetto vivere così come Dio aveva progettato per loro. Ma se noi non abbiamo fede e pazienza come potremo sperare di vedere le cose, di vedere questa nostra civiltà, che raggiunga la sua perfezione, il suo compimento? Dobbiamo avere tanta più fede e pazienza tanto più quanto sappiamo che nel mondo è entrato il peccato, siamo tutti sommersi dal peccato, che è un guasto che va riparato! “Il peccato del mondo” non è, purtroppo, una frase buttata lì che appartiene alla cultura dei preti. E' una triste realtà, della quale tutti dobbiamo divenire consapevoli, non solo i preti! “Il peccato del mondo” non è un modo antico e superato di intendere certe frontiere del progresso, che vengono chiamate progresso, ma che sono degli inoltramenti sempre più profondi nella barbarie! “Il peccato del mondo”, da cui tutti siamo sommersi, ognuno ha la sua parte, è il primo punto da cui partire per rimettere a posto ogni cosa e fare sì che il mondo diventi come un giardino pieno di tutte le più meravigliose varietà di fiori leggiadri e profumati, così come è nel progetto, da sempre, da prima del tempo, di Colui che lo ha creato!

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