lunedì 30 marzo 2009

SIGNIFICATI MISTICI DEL GIOCO DEGLI SCACCHI

Premetto che io non sono un giocatore di scacchi, ma sono un eterno principiante in questo gioco, sebbene non posso nascondere che esso esercita su di me un certo fascino. Penso che il gioco degli scacchi deve avere qualche proprietà nascosta che lo rende così interessante, dato che esso esiste da secoli e vi si sono dedicate menti geniali ed esiste una vasta letteratura su di esso. Probabilmente le sue semplici regole sono congegnate così bene tra di loro che questo gioco ha mantenuto vivo l'interesse e il suo fascino per secoli! Forse questo gioco potrebbe anche essere un dono di Dio, nel senso che il suo inventore, chiunque esso sia, quando ha inventato le regole del gioco, forse non immaginava che queste regole erano congegnate così bene tra di loro da durare secoli (sebbene con qualche variazione)! E quindi ci sarebbe stata forse un'ispirazione divina alla base dell'invenzione di questo gioco! Ma vediamo se ci sono dei significati mistici in questo gioco! Innanzitutto esso si gioca su una scacchiera di 8 x 8 caselle! Otto, come l'ottava della scala musicale: do-re-mi-fa-sol-la-si-do. O come le tappe della vita dell'uomo: nascita-infanzia-pubertà-adolescenza-maturità-età_adulta-vecchiaia-morte (o seconda nascita). (Vedi il post SETTE: NUMERO DIVINO E INSONDABILE del 19-02-2008). Per chi è credente, alla morte avviene una seconda nascita (che non è reincarnazione, in proposito vedi post REINCARNAZIONE (O NO?) del 14-02-2008) così come il Pedone che arriva all'ultima casella (o traversa) e viene promosso e diventa un pezzo più importante! Per entrare nel campo nemico bisogna arrivare alla 5° traversa, che nella nostra analogia corrisponde alla fase della vita della maturità! Ma forse la cosa che più di tutte rende affascinante il gioco degli scacchi è che per vincere la partita bisogna mettere fuori uso il Re avversario (o il proprio, per perderla). Non è un gioco a punti! Anche se io ho perso quasi tutti i pezzi e nonostante tutto, con il mio ormai debole esercito, riesco a fare “Scacco Matto” (dall'antico persiano “shah mat” che significa “il Re è morto”) all'avversario, allora ho vinto la partita! Non è come il Congresso di Vienna o la Conferenza di Yalta, dove i potenti che hanno le vinto le guerre, con una valutazione arbitraria delle vittorie e delle perdite, e quindi ai punti, decidono come spartirsi il mondo! Nel gioco degli scacchi si è ricondotti all'essenziale! E' come nella vita, o tu sei vivo o tu sei morto! Anche un potente condottiero che ha vinto la guerra, o è vivo o è morto, o sta bene o sta male, o è felice o è infelice (a proposito, George W. Bush, tu che hai “vinto la guerra”, come te la passi ora? -Abbiamo vinto la guerra e abbiamo perso la pace- diceva qualcuno!). Così, nell'intimo della tua coscienza, o tu sei perdente o tu sei vincente! Ma questo dipende anche dagli obiettivi che ti sei prefissato!
Questo rende spettacolare il gioco degli scacchi, perché si possono anche sacrificare uno o più pezzi potenti allo scopo di catturare il Re avversario e così vincere la partita! La letteratura scacchistica è piena di partite memorabili condite di arditi sacrifici di pezzi potenti, come per esempio la Regina, che è il pezzo più potente di tutti!
Qualcosa che ancora ci richiama alla semplicità e all'eleganza in questo gioco è che inizialmente i pezzi
sono disposti simmetricamente. I due eserciti avversari, all'inizio del gioco, sono posti simmetricamente uno di fronte all'altro, così come se si guardassero in uno specchio. E anche ogni esercito è disposto simmetricamente rispetto a se stesso, con una simmetria però che è lievemente interrotta dalla coppia Regina-Re. La coppia Regina-Re, che all'inizio della partita sta proprio al centro di ognuno dei due schieramenti, è la più importante, perché il Re è il pezzo più importante perché vale la partita, mentre la Regina è il pezzo più potente per possibilità di movimento. La coppia Regina-Re che simboleggia l'uomo e la donna, il maschile e il femminile, o ancora, l'intelletto e la volontà! Sempre ricorrendo ad una simbologia mistica è come a dire che: senza l'intelletto (il Re) non si può stare e infatti, in Dante, Dio viene detto: “il ben dell'intelletto”, mentre senza la volontà (la Regina) non si può fare nulla, perché l'esercito dei pezzi senza la Regina vale ben poco, non si possono raggiungere i propri obiettivi, o il proprio obiettivo che è il “ben dell'intelletto”!
Analizzando e confrontando il movimento dei vari pezzi tra di loro mi sono accorto che esiste una certa misteriosa simmetria, passata sempre inosservata! Infatti si possono classificare i pezzi in due tipi: quelli a raggio lungo (Torre, Alfiere e Regina) e queli a raggio corto (Pedone, Cavallo e Re). Il movimento del Re è esattamente uguale a quello della Regina (movimento diritto e movimento in diagonale), salvo per il fatto che il Re si può muovere solo di una casella e la Regina di quante caselle vuole. Ma l'analogia stretta rimane solo per la coppia Regina-Re, perché i movimenti “diritto” e “in diagonale” della Torre e dell'Alfiere rispettivamente, appartengono entrambi al Pedone e al Cavallo, ognuno però con modalità differente! Il Pedone normalmente ha il movimento diritto della Torre e ha quello in diagonale dell'Alfiere se deve catturare un pezzo (movimenti solo in avanti), mentre il Cavallo riassume, in un solo movimento, sia quello diritto che quello in diagonale, infatti, ad ogni mossa, è come se il Cavallo si muovesse diritto di una casella e in diagonale di una casella!
Infine un'analogia con la vita umana! Gli scacchisti, coloro che a scacchi sanno giocare veramente bene, dicono che l' “apertura”, ossia le prime mosse del gioco (da 7 a 12 mosse circa), sono determinanti per tutto il prosieguo del gioco! Un campione che ha fatto un' “apertura” sbagliata difficilmente vincerà contro un altro campione! Il che è esattamente ciò che dicono gli psicologi, ossia che i primi anni di vita di una persona sono determinanti per tutta la vita a seguire! Però manteniamoci sempre dentro l'analogia scacchistica. Negli scacchi ciò che è veramente importante è valutare sempre attentamente tutte le possibilità offerte dalla posizione attuale dei pezzi sulla scacchiera! Si possono rovesciare le situazioni, se uno sta veramente attento! Perciò nessuno si dia per spacciato e non rinunci a ciò che veramente è importante negli scacchi come nella vita e cioè giocare, ossia vivere, facendo il proprio meglio, al di là di ogni possibile risultato e non dimentichi mai che Dio premia le buone intenzioni e non i risultati!

sabato 28 marzo 2009

Cari amici miei........

Cari amici miei,
Io per voi ho dato il meglio!
Vi ho trattati come dei fratelli in Cristo!
Ho dato in semplicità e vera generosità TUTTO ciò che potevo darvi!
So che non sempre sono stato capito!
Non ho potuto sempre accontentarvi, ma non per questo non è vero che ho dato TUTTO ciò che potevo!
So benissimo che certe volte posso essere stato scambiato per uno che se ne fregava di voi, ma CREDETEMI, questa non era che apparenza, perché al di sotto delle apparenze la sostanza era ben diversa!
Generoso, sì, ma senza “suonare la tromba davanti a me”, generoso con semplicità e con vera discrezione!
Ho cercato di insegnare la via della vera Sapienza! Questo significa CHE HO CERCATO DI FARE RIFLETTERE SULLA PROFONDITA' DELLE COSE!
NON SEMPRE HO POTUTO PARLARE DI DIO E DI CRISTO PERCHE' CAPISCO BENISSIMO CHE SI PORTA CRISTO CON GLI ATTI PIU' CHE CON LE PAROLE E PERCHE' SE LO AVESSI FATTO AVREI POTUTO ESSERE SCAMBIATO PER UN FANATICO E NON PER UNA PERSONA NORMALE CHE CREDE DAVVERO IN CIO' CHE CREDE!
MI E' DISPIACIUTO QUANDO HO VISTO CHE I MIEI APPELLI ALLA SAPIENZA E ALLA FEDE VENIVANO RIGETTATI! SEBBENE NON CREDO CHE TUTTO SIA ANDATO PERSO E CHE TUTTI GLI APPELLI SIANO CADUTI NEL VUOTO, PERCHE' ANCHE IL SEMINATORE COSCIENZIOSO NON VEDE SPRECARE TUTTI I SEMI, BENSI' NE VEDE ANCHE QUALCUNO CHE PORTA FRUTTO!
Voi siete stati i miei amici!
Ossia siete stati coloro con i quali ho passato le ore di svago in compagnia!
L'amicizia è sempre qualcosa di prezioso! Qualcosa che tiene lontana la solitudine!
Perché vi scrivo? E quando e come leggerete ciò che vi scrivo ora?
Vi scrivo perché seguo una ispirazione interiore che mi spinge a rivolgermi a voi in questo modo! E' questo il segno che sta per accadere qualcosa nella mia vita? E che cosa sta per accadere? Qualunque cosa accadrà sarà una cosa bella e non luttuosa! Amen!

venerdì 27 marzo 2009

CERCHI NEL GRANO, CERCHI DI VILLANO ? (per villano intendi: contadino, oppure intendi: screanzato, maleducato, prevaricatore)

Quelle meravigliose figure artistiche e geometriche disegnate nel grano, a volte anche grandi diversi ettari, che sono conosciute col nome inglese di 'crop circles', ossia: cerchi nel grano, sono opera dell'uomo o di qualche entità aliena? Ho visionato oggi un documentario che parla di questi 'crop circles'. Dice che il 90% di queste figure si trova nel sud dell'Inghilterra e questo richiama un po' la realtà storica di questa terra. Ci deve essere una certa assonanza tra il vissuto storico di questa terra e il fatto che queste figure siano state disegnate proprio lì. Una assonanza che trascende qualunque appartenenza esclusiva alla nostra razza umana, una assonanza che si richiama a energie spirituali, le quali sono universali. Uno studioso che studia, con metodo scientifico, da molti anni, questo fenomeno di queste figure nei campi, diceva che la gente comunemente non è interessata a questo fenomeno e lo liquida dicendo che anche gli uomini sono capaci di fare altrettanto, usando corde e assi di legno. Questo studioso invece dice che, in tanti anni di studio, ancora non sa come possano essere state fatte queste figure e certamente non si può liquidare la faccenda dicendo che anche gli uomini possono fare altrettanto. Perché queste figure sono altamente perfette e non c'è traccia di presenza umana. Perché c'è una precisa alterazione biologica, inspiegabile, nelle spighe che sono state piegate. Ancora, in questo documentario, si dice che c'è un'alterazione del campo elettromagnetico, misurabile con strumenti, lì dove sono state piegate le spighe. Addirittura è stato riscontrato che due orologi digitali, uno dentro la zona delle spighe piegate e uno fuori, hanno marciato differentemente: sono stati trovati discordanti di qualche secondo. Einstein è stato il primo che ha trovato una correlazione tra i campi di forza (anche elettromagnetici) e lo scorrere del tempo! Degli strumenti di alcuni giornalisti (registratori o microfoni) hanno anche smesso di funzionare lì dentro! Qualcuno è stato testimone, in quei luoghi, di presenze di sfere luminose! E dove sono le testimonianze di chi ha visto fare questi enormi, magnifici e sorprendenti disegni? Nel documentario di certo non se ne parla! Qualcuno ha testimoniato che qualche disegno è stato realizzato sicuramente in meno di tre quarti d'ora: un deltaplanista, per esempio, si è trovato a passare sopra un campo dove inizialmente non c'era nulla. Passandovi quaranta minuti dopo vi ha trovato una meravigliosa figura! Ci sono molte figure fatte anche da uomini, ma ci si impiega diverse ore e poi non ci sono tutti quegli elementi inspiegabili di cui si diceva sopra! Ci sono testimonianze molto antiche di queste figure nel grano, risalenti anche ai secoli precedenti, ma solo a partire dagli anni '90 questo fenomeno ha avuto una risonanza mondiale! Io credo nell'esistenza di vita extraterrestre (vedi post NON SIAMO SOLI NELL'UNIVERSO del 14-02-2008) e credo anche nelle testimonianze di avvistamenti e incontri ravvicinati (ma non in tutte, ovvio). Credo che queste figure nei campi coltivati a grano o orzo siano state realizzate da una civiltà superiore alla nostra. Ci credo per le testimonianze di questo documentario ma ci credevo anche prima per la bellezza e perfezione di queste figure, che sembrano risplendere di luce propria. Se guardate un falso, realizzato da uomini, non è proprio la stessa cosa! Inoltre c'è un che di caratteristico, che ritengo che sia estraneo alle nostre civiltà della terra, e che riguarda non la perfezione altissima con la quale sono stati realizzati questi disegni, ma che riguarda proprio i motivi, i disegni stessi!

mercoledì 25 marzo 2009

CHI NON VUOLE LAVORARE?

C'è un'idea su cui si basa il vivere civile che è questa: Se vuoi guadagnare il tuo sostentamento per vivere devi lavorare! Ineccepibile regola se viene considerata in questi termini: le risorse sono scarse (sono scarse?) dunque è giusto che vadano a chi dimostra in qualche modo di meritarsele! Regola molto approssimativa se invece consideriamo che oggi anche il lavoro stesso è come un bene di lusso: non tutti possono permetterselo! C'è anche chi paga per avere un lavoro, per avere un buon posto di lavoro, per avere un diploma o una laurea! In un mondo di favoritismi, di inciuci, di iniqua distribuzione delle ricchezze non può certo essere più considerata una regola valida! Poi è chiaro che non tutti sono in grado di svolgere un certo tipo di lavoro piuttosto di un altro, non tutti sono in grado di offrire lo stesso rendimento. Forse sarebbe giusto mantenere questa regola civile più generale: è giusto che le risorse vadano a chi dimostra in qualche modo di meritarsele! Ma quali dovrebbero essere questi criteri secondo i quali stabilire chi ha meritato e chi non ha meritato?
In una lettera di San Paolo, San Paolo dice ai cristiani ospiti: “Chi non vuole lavorare neppure mangi”! E' un invito ai cristiani (e cioè a chi ha scelto di seguire la via di Dio) a responsabilizzarsi e a non rifiutare il lavoro che Dio dà all'uomo come mezzo per la sua propria santificazione e per la sua propria crescita. L'invito è rivolto solo alla volontà di lavorare, ma non alla possibilità di lavorare, nel senso che se uno non può lavorare perché non trova lavoro o per qualunque altro motivo non lo si può privare del cibo! E del resto anche il dolcissimo Signore Nostro Gesù Cristo ha detto, invitando ad affidarsi alla provvidenza: “Guardate gli uccelli del cielo, non seminano, non mietono, eppure il Padre vostro celeste li nutre”! Anche qui il Signore Gesù Cristo certo non intendeva dire: “Rimanete pure in ozio che ci pensa il Padre”! Potrebbe sembrare una precisazione superflua ma, molti anni fa, una volta che andai a cercare ospitalità in un luogo di accoglienza in Francia, mi sentii dire, riguardo al fatto che non avevo un lavoro, e da un frate italiano: - San Paolo ha detto: “Chi non lavora non mangi!” - . Quel frate evidentemente non ha avuto bisogno di indagare se la mia mancanza di un lavoro fosse dovuta a negligenza mia o ad altre cause! Riteneva già di sapere! Quello che è certo è che il Signore non ha detto: “Chi non vuole farsi schiavizzare allora neppure mangi!”. Eppure questa è la triste realtà! Ci sono tante donne che sono fatte schiave o scelgono di farsi schiave del sesso perché non hanno altra possibilità di guadagnarsi il pane con un lavoro onesto! I luoghi di lavoro assomigliano sempre di più a dei “campi di lavoro”, quelli dei nazisti, per intenderci! I capi sempre più aguzzini, le esigenze del mercato economico sempre più pressanti e i diritti dei lavoratori sempre più trascurati!
Come si diceva sopra, la differenza sostanziale sta in una parola. Non: “chi non lavora non mangi”, ma: “chi non vuole lavorare non mangi”! Ed è da intendersi come un invito alla propria responsabilità e non come una condanna inesorabile alla morte per inedia! Forse abbiamo proprio bisogno di un criterio più umano che ci consenta di stabilire se qualcuno merita il proprio sostentamento vitale oppure no! E perciò non un criterio basato esclusivamente sul denaro! Oggi più che mai, in tempo di crisi economica! I soldi non bastano e non basteranno mai! (E si so' rifregati i soldi! Aho! E cacciate 'sti soldi, daie!!! Chi s'è aripreso i soldi?). Possiamo mostrare di volere essere utili in qualsiasi modo! Possiamo riacquistare la fiducia della gente mostrandoci volenterosi e disponibili! Nonché corretti e irreprensibili! Non dobbiamo riacquistare il posto di lavoro, in tempo di crisi, bensì dobbiamo riacquistare la fiducia della gente e perciò la fiducia reciproca tra tutti noi! Questa è la vera ricchezza! Non ce ne è un'altra! La fiducia reciproca tra tutti noi fa nascere tutte le altre possibilità! Lo Stato, i Comuni, dovrebbero chiamare i giovani, tutti quanti, consultando l'elenco dell'anagrafe!, a lavorare, trovando delle occupazioni utili e specifiche per ogni tipo di persona, anche se il denaro scarseggia! (E di nuovo si so' rifregati i soldi!!! Aho! E aricacciate 'sti soldi che vi siete arifregati!!!).

Infine: sicuramente vi sono quelli che metteranno in dubbio l'invito del Signore ad affidarsi alla provvidenza: “Guardate gli uccelli del cielo, non seminano, non mietono, eppure il Padre vostro celeste li nutre”. Diranno: ci sono tante persone nel mondo che muoiono per fame e allora, dove è la provvidenza del Padre? L'unica risposta possibile a questa obiezione è che, in un mondo dove queste persone sono ignorate come persone umane e sono considerate solo in termini economici, la migliore provvidenza del Padre è quella di toglierle da questo mondo per portarle auspicabilmente in un mondo migliore, nel Suo regno celeste! Infine si scopre che questa è una conseguenza necessaria, altrimenti verrebbe meno quell'altra verità fondamentale che dice che siamo tutti uniti, siamo tutti le membra di uno stesso corpo, tutti facenti parte di un'unica realtà! E se c'è una parte di mondo, il mondo ricco, che ignora un'altra parte di mondo, il mondo povero, è necessario che in questo caso la provvidenza del Padre si preoccupi di togliere dal mondo quelle persone che vi vivono ignorate da tutti, per portarle in un mondo spirituale auspicabilmente migliore!

martedì 24 marzo 2009

Penso.

Penso che hai lasciato me
e sei andata “a vivere con un altro”.

Con me sei riuscita a stare poco tempo

oppure: con me sono riuscito a farti stare poco tempo.

Con l'altro un tempo lunghissimo

un tempo che tutt'ora dura!

E' come vedere la vita lontana

di un'altra galassia.

Ho visto una vita di voi due

almeno all'inizio

in cui tutto sembrava procedere bene.

Poi non ho più saputo nulla!

E' come vedere la vita lontana

di un'altra galassia:

Sembra di vedere

una coppia felice.

Una coppia che vive

con canoni

con cui tu non sapresti vivere!

Io vivo nella mia galassia!

Con abitatori che press'a poco mi assomigliano!

Voi vivete nella vostra!

Penso

oppure:

ho pensato:

Io non sono come voi!

Queste coppiette

che sembra che hanno

tutti i canoni mondani!
Io non sono come voi!

Nella mia galassia

ho degli amici!

Abitatori della mia galassia!

Io non sono come voi!

Oppure: voi non siete come me!

Tu,

Tu!

TU
non sei come me!

TU non sei come me?

Fine dell'interavvistamento planetario!

mercoledì 18 marzo 2009

NON AVRAI ALTRO DIO CHE IL GODIMENTO INTESO COME SESSO!!!

Non è facile! Dire alla gente: voi dovete pensare a Dio e non al sesso! Come dire a un alcoolizzato: devi smettere di bere pensa piuttosto a lavorare! Per quanto riguarda l'alcool, l'opinione di buon senso comune è che non è bene essere degli alcoolizzati! Per il sesso invece le cose non vanno proprio così! Quindi il libertinaggio del sesso è invece considerato, sempre di più nel nostro mondo di oggi, come una conquista di civiltà e di progresso! Il sesso è considerato come una conquista fine a se stessa! Come un piacere da godere al di là e al di fuori di ogni considerazione religiosa! E come dice Renato Zero in una sua canzone: “gli atti impuri ormai più non uccidono!”. Come è possibile che non ci si senta uccisi dentro la profondità del proprio animo, quando si tradisce la persona amata, quando si va con questo/a e con quell'altro/a solo per godere? Io ho provato (ahimé) una cosa simile e davvero mi sono sentito ucciso dentro di me! E ringrazio il cielo sopra di me che mi ha tolto via da una vita siffatta! Immagino (e so) che per tirarsi via da certe cose bisogna che vengano fatti dei sacrifici! E' come alzarsi alla mattina! All'inizio è fatica ma dopo si è contenti di averlo fatto e si gusta la fragranza del giorno che comincia! E' come togliersi un vizio! E' come smettere di bere! O di fumare! E che cosa ti dà il sesso sfrenato se non frustrazione e noia? “Non ho detto gioia, ma noia, noia, noia, maledetta noia” per citare Califano! E se il pontefice vuole ricordare che il sesso è finalizzato all'amore tra i coniugi e alla procreazione e che perciò il preservativo non è nei piani di Dio? Non lo può fare! E chi è allora che può parlare in Nome di Dio? E chi è Dio? E cosa vuole da noi questo Dio che ci impedisce di godere come vogliamo noi? Però il sesso non può soddisfare la profondità dello spirito umano, perché solo Dio, solo l'amore vero lo può fare! Il sesso, da solo, è come una bevanda che fa aumentare l'ossessione stessa del sesso e la sete! Solo un'esperienza profonda di Dio, solo l'Amore, il che è la stessa cosa, può colmare profondamente lo spirito umano! E due che si amano profondamente devono lasciare che il seme maschile fecondi il grembo femminile! Devono farlo perché è la natura delle cose e già il pianeta lo stiamo rovinando perché non rispettiamo la natura (vedi per esempio l'effetto serra!). Il preservativo dovrebbe servire a non diffondere la malattia dell'Aids. Io però non credo che, se ci fossero tutte le buone intenzioni di vivere la sessualità così come Dio comanda, io non credo che, se ci fossero davvero queste sante intenzioni, ci possa essere un aumento di malattia, semmai una diminuzione! Perché l'amore e la fede in Dio sono come uno scudo e una protezione e possono anche attirare i miracoli! La cosa più saggia, ovviamente, se ci sono tutte le sante intenzioni di ubbidire alla voce di amore di Dio, è quella di non fare sesso con una persona che si sa che è malata di Aids. Però io credo che Dio aiuta in ogni caso, se solo ci sono tutte le buone intenzioni di ubbidire a Lui e solo a Lui! Però, e qui è il punto, tutto è giocato sul nostro amore, sulla nostra fede! E che cosa amiamo davvero noi? Amiamo il Padre dei Cieli e la Sua Santissima volontà? Amiamo l'Amore? O amiamo la nostra carne, il nostro orgoglio, i nostri attaccamenti pregiudiziali e materiali? Abramo, sul monte Moria, è stato pronto a sacrificare il suo figlio diletto per ubbidienza alla voce di Dio che gli parlava! E Dio gli ha fermato la mano e ha fatto trovare bell'e pronto un ariete, da sacrificare al posto del figlio diletto! E noi, noi siamo forse capaci di sacrificare noi stessi, la nostra stupida materialità di carne e di giudizio? Siamo capaci di farlo in Nome di un Dio che ci vuole attirare a Sé, ci vuole attirare alle cose di lassù? Un Dio che vuole sradicare la nostra opacità di pensiero? E quale malattia è peggio di questa, di quando non abbiamo altro pensiero che la nostra povera vita di quaggiù e i nostri poveri interessi egoistici? E allora cosa serve tutto, cosa serve la vita stessa, se i nostri pensieri strisciano al suolo e non sono capaci di elevarsi verso l'alto, verso l'Amore del Padre dei Cieli? E la stessa malattia dell'Aids non è stata forse propagata dal libertinaggio del sesso? Io sono un uomo, attirato come tutti gli uomini dal richiamo del sesso però mi ricordo che prima di essere un uomo con i suoi istinti sono uno spirito creato per Dio e per l'Amore! E' tutta qui la differenza che tanti vogliono chiamare falso moralismo!

lunedì 16 marzo 2009

Lettera ad un'amica.

Scorre la vita. A un ritmo fluttuante, vibrante. Noi siamo i fruitori di questo miracolo immenso della vita, anche se non sempre la vita ci presenta il suo volto migliore. E' come un ballo, stare attenti ai passi e se abbiamo sbagliato qualche passo non importa perché l'importante è lasciarsi coinvolgere dal ballo con energia e entusiasmo. Non è detto che la vita debba sempre scorrere allo stesso modo. A uno sguardo distratto, sul palco della vita possono apparire gli stessi attori e gli stessi passi di danza, ma se guardiamo meglio possiamo scorgere delle sfumature diverse che prima non riuscivamo a cogliere. Noi siamo qui per cogliere l'inaspettato dalla vita. E l'inaspettato non è detto che debba arrivare all'improvviso da fuori in modo da attirare particolari attenzioni. Se solo ci impegnamo un po' di più possiamo scorgere l'inaspettato nella banalità e quotidianità della nostra vita. Andare fino in fondo alle cose. Riuscire a rivedere i nostri passi. Riuscire a farci coinvolgere in un tipo diverso di ballo che prima non ci interessava perché lo giudicavamo troppo impegnativo o troppo noioso. Infine non chiudiamo le porte a quell'avventura galante che aspettavamo da tutta la vita. Non per essere ingenui e sognatori, ma perché non possiamo chiudere la porta dei nostri sogni come se non esistessero. E così saremo più portatori di gioia e energia sul palco della vita, anche se quell'avventura non arriverà mai o se quell'occasione che aspettavamo per dare il meglio di noi stessi non arriverà mai.

domenica 15 marzo 2009

PREGHIERA AL FIGLIO

O divino Redentore!
Fratello nostro amantissimo!
Il cui cuore è una fornace ardente
per noi miserabili uomini
che così miseramente
disperdiamo le Tue grazie!
Grazie per avermi SEMPRE dato il Tuo divino sostegno!
Grazie per avermi trattato SEMPRE come amico!
Grazie per avermi dato il Tuo amore!
Tu sai
che io ho predicato il Tuo Vangelo
e con le parole
e ancora di più
con le opere!
Opere invisibili agli occhi del mondo
ma BEN PRESENTI A TE!
Quando ero ancora giovane
ti seguivo con grande amore
del mio cuore!
Poi ti ho seguito
come la bestia segue il Suo padrone!
Sapendo BENE che il padrone è buono!
Sono infatti stato piagato
in una zona profonda del mio spirito
e nulla è stato più uguale a prima!
E lo spensierato entusiasmo
diventò terribile fatica quotidiana!
E in QUESTO
SO
di essere divenuto così simile a Te!
Ora ti prego!
Fa' che io possa continuare ad annunciare
il Tuo Vangelo
con quella letizia di quei giorni
in cui per me il Vangelo era leggerezza
e gioia di vivere
e non, come adesso,
creduto, sì, ma a fatica.
Fa' che io possa essere SOSTENUTO dalla leggerezza
del Tuo Vangelo
e non, come adesso,
che sono aggrappato al Tuo Vangelo
solo come può esserlo un naufrago!
Amen!

PREGHIERA AL PADRE

Padre dolcissimo
Padre che sei nei Cieli
Ti ringrazio per questo giorno
che Tu mi hai donato!
Confido nella Tua infinita misericordia!
Accetta tutti i grandi sacrifici
che, con la Tua grazia
e con la Tua prodigiosa forza
ho fatto per la Tua gloria!
Tu sai che ho fatto tutto il possibile!
Ti siano accetti i miei grandi sacrifici!
Ti rendo grazie
perché Tu mi hai reso
in questo modo
così simile al Figliolo Tuo diletto:
piagato nell'anima
piagato nello spirito profondo
piagato nel corpo
guarito nell'anima
guarito nello Spirito
e guarito nel corpo!

PREGHIERA ALLA MADRE

Maria Madre mia
oggi sono il tuo bambino
accetta il mio confidente amore
e riempimi del tuo amore
e della tua materna protezione
Il mio cuore si eleva
in un sentimento di gratitudine
al Padre dei Cieli
per tutto ciò che di bello
ci ha donato
e per le Sue infinite provvidenze!
Si eleva in questo sentimento
pure attraversando
momenti di difficoltà!
Maria
intercedi per noi presso il Padre celeste
e ottieni
che TUTTI i nostri cuori
davvero siano uniti!
Così come è il progetto del Padre
dai secoli dei secoli!
Amen!

venerdì 13 marzo 2009

UNA SOCIETA' A MISURA D'UOMO. UN MONDO A MISURA D'UOMO

La storia si ripete. Le guerre “in nome di Dio”, in nome di una causa nobile e giusta, non hanno cessato di essere combattute. Lo schiavismo è stato abolito, sì, però solo formalmente, mentre tanti lavoratori in tutto il mondo sono ridotti a una forma di schiavitù moderna, senza parlare poi delle nuove schiave del sesso. Ci si indigna sempre di ciò che è successo in un ormai lontano passato o di ciò che succede in un'altra parte del mondo, mentre poi si incoraggiano nuove forme di sopraffazione magari più raffinate, nelle quali i sopraffatti non hanno alcun modo di fare sentire il loro disagio. Ma perché? Perché probabilmente ancora non siamo diventati “umani”! “Umani” di un'umanità che “sente” il disagio del prossimo. Un'umanità che non si rifà ad ideologie e ad idee preconcette! Un'umanità che non crede di essere nel giusto solo perché si indigna di certe ingiustizie e poi ne compie altre magari più raffinate! Io non credo che ci sia alla base solo cattiveria, avidità e superbia. Io sono portato a credere che ci sia alla base presunzione e stupidità! La stupidità di chi passa senza vedere, perché già crede di tutto avere compreso! Socrate diceva che l'unica cosa che sapeva era di non sapere! Socrate visse prima di Cristo. Cristo poi dirà: “Se non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli”! Dunque dobbiamo diventare uomini che “sentono” il mondo intorno a loro e che vibrano con esso! Secondo me c'è un approccio troppo cerebrale con tutte le cose! Senza tirare in ballo la religione dogmatica, l'uomo ha sempre sentito il fascino del sacro e del mistero! Se non aveva una religione ufficiale però al contempo “temeva” un Dio che forse avrebbe potuto incenerirlo se non si fosse comportato in modo corretto! Senza tirare in ballo la religione, gli antichi avevano le quattro virtù cardinali: giustizia, temperanza, fortezza, prudenza! Gli antichi “sentivano” che dovevano essere nel giusto e quindi che dovevano cercare e amare la verità! La religione portata da Cristo ha aggiunto alle quattro virtù cardinali le tre virtù teologali: fede, speranza e carità! Dobbiamo ancora recuperare un'umanità che “sente” il mondo attorno a sé e perciò rispetta l'ambiente in modo “naturale”! Un'umanità che prende in seria considerazione il problema sollevato dagli animalisti, se sia giusto o meno cibarsi degli animali, in un mondo che, se solo lo volesse, avrebbe le possibilità per vivere con un'alimentazione vegetariana! (vedi in proposito il post CHI NON MANGIA IL MIO CORPO E NON BEVE IL MIO SANGUE NON HA LA VITA ETERNA del 23 Aprile 2008).
Un'umanità che “sente” che togliere la vita a un feto oppure a un embrione è un delitto contro l'uomo e quindi contro noi stessi! Non c'è bisogno di sofisticati ragionamenti! Altrimenti potrebbe diventare lecito sopprimere qualsiasi vita che risulti scomoda per la vita di altri! Questo è un ragionamento “umano”, senza bisogno di precetti religiosi! La religione poi, per chi la vuole seguire, per chi la vuole credere, dà un carattere divino a ciò che prima era solo un ragionamento umano e quindi deve essere vista come una forza, una spinta che invita a proseguire nella giusta direzione! E la religione dice: Tu non uccidere! Basta! Non specifica se si tratti di embrione o di anziano malato di Alzheimer! Non ammette deroghe, giustificazioni, specificazioni di nessun tipo! Non c'è una regola di convenienza civile nel comando: “Tu non uccidere”! Tu non devi uccidere anche se non sentirai mai la voce di quel feto, anzi, proprio perché così facendo non la sentirai mai quella voce, che non devi uccidere! E' Dio che lo dice! Dio, che prima di tornare alla gloria del Padre è stato uomo! La religione è per gli uomini! Non si può essere religiosi se prima di essere religiosi non si è uomini! Uomini con difficoltà, anche con dubbi, perché no, non solo con certezze! E nel dubbio sarebbe meglio non uccidere gli embrioni e i feti! E tu, che non sei religioso, sei così certo che Dio non c'è e che quello che stai facendo è corretto, di incoraggiare tante madri a disfarsi del frutto del loro grembo? In verità tu dimostri una certezza, fondata su non si sa che cosa, superiore alla certezza che hanno i religiosi quando sostengono che tra uccidere un uomo nato e uccidere un uomo ancora non nato non c'è nessuna differenza!

lunedì 9 marzo 2009

BROKEN

Qualche anno fa, in quell'epoca in cui vedevo spesso i canali TV musicali: Mtv, AllMusic, VideoItalia, con piacere mi capitava di vedere il video della canzone: Broken, di Elisa. Una di quelle canzoni che ti rimangono, ti fa piacere riascoltare e te le canticchi in testa. Mi dava questo forte senso di gioia, di allegria, che si liberavano con la musica e con il canto. E anche nel video si vede una Elisa sorridente che ama la compagnia. Non capivo però il significato delle parole in inglese e mi chiedevo: chissà che cosa vuole esprimere con questa canzone così piena di gioia, chissà qual è il significato delle parole tradotte in italiano! Quando ho avuto un collegamento ad internet, un paio di anni fa, ho approfittato delle grandi possibilità offerte dalla rete e ho scaricato il testo di “Broken”. Pur non conoscendo benissimo l'inglese mi sono accorto che non parlava di cose allegre! Questo a riprova del fatto che si può avere una grande gioia dentro di sé anche se apparentemente non sembra e anche se evidentemente la canzone vuole esprimere una difficoltà reale, oggettiva. Però si può esprimere anche una difficoltà con gioia, con grande speranza e fiducia nel futuro ed è questo il caso di “Broken”, perché è cantata in modo gioioso su una musica altrettanto gioiosa! Dipende da come sono vissute personalmente le difficoltà! Ci sono profondità dell'animo che sfuggono a un'analisi superficiale e probabilmente sfuggono anche alla persona stessa che in quel momento si trova in una situazione difficile! Del resto, tutto il disco “Soundtrack '96-'06'” di Elisa, che ho e che ascolto con grande piacere, possiede, nella sua musica (le parole tradotte ce le ho da ieri e non le ho ancora esaminate attentamente) questa gioia profonda, come qualcosa che dalla profondità dell'animo si libera-libra verso il cielo e trova in questo librarsi la sua ragione d'essere e il suo compimento profondo!


Broken

Hard times flowing and my eyes couldn’t see stars shining
My heart couldn’t feel the beauty of the rising sun

And I’m lost like a bottle that floats in the sea for ever
Will somebody pick up my hope?
Will somebody try?
Will I realize?
cause it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting, hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
Time will heal
Just pieces of truth that I chose to keep
No matter if now they are gone
No matter if I am alone
Still I can get back on my feet and walk on
As I know there was something to learn
I know there will always be more worth moving on for
Though, it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell

cause it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
I’d love to be one of those colorful early summer days
When everybody is happy that you came
Everybody smiles back at you as soon as your eyes cross their eyes
But something has to happen first
I know winter has to come before it blossoms
So it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell

cause it’s broken broken
Something got broken like stolen
Stolen, like if it was stolen
And hurting hurting
I have been hurting and now
Only time will tell
Time will heal

Rotto

Un periodo difficile stava scorrendo
I miei occhi non riuscivano a vedere le stelle brillare
Il mio cuore non riusciva a sentire la bellezza del sole che sorge(va)
E sono persa come una bottiglia che galleggia nel mare... per sempre
Qualcuno raccoglierà la mia speranza?
Qualcuno ci proverà?
Me ne renderò conto?
Perchè si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubat
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Il tempo curerà
Solo pezzi di verità che ho scelto di conservare
Non importa se ora se ne sono andati
Non importa se sono sola
Ancora posso tornare sui miei passi e andare avanti
Perchè so che c'era qualcosa da imparare
So che ci sarà sempre qualcos'altro per cui vale la pena muoversi
Anche se si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Perchè si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Il tempo curerà
Mi piacerebbe essere uno di quei primi giorni estivi pieni di colore
Quando tutti son contenti del tuo arrivo
Quando tutti ti sorridono nel momento in cui i tuoi occhi incrociano i loro (occhi)
Ma qualcosa deve succedere prima
So che che deve arrivare l'inverno prima che fiorisca
Così si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Perchè si è rotto, rotto
Qualcosa si è rotto, come rubato
Rubato, come se fosse rubato
E sofferto, sofferto
Ho sofferto ed ora
Solo il tempo lo dirà
Il tempo curerà

venerdì 6 marzo 2009

Chiedi e ti sarà dato!

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto, perchè chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Queste sono le divine parole del divino Maestro. Queste divine parole contengono in se stesse una spiegazione: “perché chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”. E' una spiegazione tanto semplice quanto profonda! E' una spiegazione che si richiama al buon senso. Altrove il divino Maestro dirà: “Chi di voi è quel padre che se un figlio gli chiede un uovo gli darà uno scorpione?”. E ancora: “Se un amico viene da voi di notte e chiede: datemi tre pani, voi glieli darete almeno per la sua insistenza”! Anche qui si richiama al semplice buon senso! Egli, il Signore Onnipotente, si pone davanti agli uomini come se fosse un uomo anche Lui! E perciò fa il paragone con il padre che non dà al figlio uno scorpione e fa il paragone con l'amico che si alza di notte e dà all'amico ciò che gli serve, almeno per la sua insistenza! E' come se il Signore dicesse: è nella logica naturale delle cose, il fidarsi gli uni degli altri e il chiedere e l'essere a sua volta esauditi! Quando gli uomini si avventurano in mare per fare un attraversata oceanica si fidano. Così si fidano quando vanno dal medico per curarsi e quando portano l'automobile dal meccanico per aggiustarla! Il Signore però qui fa un distinguo! Infatti dice: “Se voi, pur essendo cattivi, date cose buone ai vostri figli, tanto più il Padre vostro celeste darà cose buone ai Suoi figli e darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”. Qui il Signore intende instillare in tutti noi la fiducia! E se è vero che tante volte non ci sentiamo esauditi da Lui, Lui intende ridarci la fiducia! Aumentiamo la nostra fede! “Se aveste un granello di senapa di fede potreste dire a quella pianta: sràdicati e trapiantati in mare ed essa vi obbedirà!” dice ancora il divino Maestro! Altrove dice di chiedere nel Suo Nome: dobbiamo chiedere, sì, ma nel Suo Nome e quindi non per soddisfare i nostri meschini desideri umani! E' vero che Lui capisce tutto di noi, anche i nostri poveri meschini desideri, e se proprio non ci vuole accontentare in qualche cosa è perché Lui vede meglio e più lontano di noi e sa che quella cosa, che potrebbe essere anche un bene, a lungo andare potrebbe rivelarsi un male! Egli non vuole illuderci, perché è Lui stesso che ci dice di portare la nostra propria croce, a Sua imitazione. Al contempo, però, vuole che noi ci fidiamo di Lui. Egli sempre ci invita a chiedere e quindi a fidarci di Lui. Io personalmente mi sono sentito esaudito tante volte! Se dovessi dire che il Signore mi ha esaudito ogni volta che ho chiesto a Lui qualche cosa, questo significherebbe che non sarei un uomo come gli altri che vive ciò che deve vivere qui sulla terra, anche la sua parte di dolore e sofferenza, ma che sarei un privilegiato accontentato in tutto e in definitiva un viziato!

lunedì 2 marzo 2009

Carissimo amico. Lettera sulla droga - di Vittorino Andreoli - Ed Rizzoli

Ho ultimato la lettura di questo nuovo libro di Vittorino Andreoli, autorevole psichiatra italiano. Dirò subito che Andreoli è uno di quelli che una persona superficiale definirebbe “moralista”. Da questa lettura ho appreso che in Andreoli sono vivi “principi”, dei quali principi egli stesso parla, che sono del tutto conformi a una visione cristiana del mondo e in nulla difformi ad essa. Si può dire che Andreoli è uno di quelli di cui parla S.Paolo, che “hanno la Legge in loro, pur essendo senza Legge” e cioè che pur non essendosi proposti di seguire i comandamenti divini, possiedono però questa Legge, questi “comandamenti”, profondamente nel loro cuore e perciò sono ben accetti a Dio. Infatti in Andreoli sono ben vivi tutti quei principi cristiani, pur affermando egli stesso di non aderire a uno specifico credo religioso, ma non per questo di avere smesso di cercare Dio. Tenuto conto di questo, riesco a essere persino contento del fatto che egli non aderisca ancora a un credo religioso, per il semplice fatto che la sua analisi, che io condivido, (sulla droga e sulla società) non può in questo modo dirsi che è stata dettata da “dogmi” e da ipotetici preconcetti di stampo religioso. Egli parla di “umanesimo”, non di Dio e di dogmi, anche se il Dio è cercato e non osteggiato. Parla di amore, soprattutto. (E Dio è amore!)
In definitiva, l'esperienza e l' “umanesimo” di una vita intera di uno stimato psichiatra porta a conclusioni, sul vivere sociale, coincidenti, assolutamente non difformi, a quelle di una “visione cristiana”! Anche sul tema della fedeltà coniugale, la quale, nei tempi nostri più recenti, è stata ed è oggetto di attacchi sempre più forti in nome di un preteso e falso progressismo!
Così, la sua denuncia sulla droga
è insieme anche una denuncia sulla nostra società. Una società che ha perso la sua identità. Una società che vive per il potere, il guadagno, la produzione, il godimento immediato. Una società che non sa educare i figli, perché non li sa amare. Una società che ha paura della fragilità e per questo ha perso la sua identità e ricerca la sicurezza nel potere. Una società che ha perso il senso di colpa e quindi ogni azione è perfettamente giustificabile in quanto ti dà un godimento, un vantaggio immediato. E il consumo di droga si inserisce perfettamente in questo quadro! Non si sa più vivere la propria fragilità, dalla quale si rifugge, e invece si cerca la sicurezza nella droga (tutte le droghe, dall'alcool al tabacco fino all'eroina e la cocaina, oggi la più diffusa). Si trasferisce la propria paura, la propria incapacità di vivere, sulla droga. E la droga diventa insieme ricercata per gli effetti piacevoli e diventa essa stessa il nuovo oggetto su cui trasferire la propria incapacità di vivere.
Andreoli dice che con la droga si rinuncia alla propria identità. Avviene una metamorfosi e in questa metamorfosi il drogato si può sentire diverso da prima e più sicuro di prima. Però si rinuncia alla propria identità, alla propria storia, al proprio senso dell' “esserci” nel mondo. Bisognerebbe imparare ad accettarsi anche in quelle situazioni di fragilità e di sofferenza e per farlo bisogna che ci sia qualcuno disposto ad accettarti così come sei. Non è solo un problema di dipendenza fisica dalla droga, dipendenza che è il peggiore dei suoi nefasti effetti, ma è nondimeno il rinunciare alla propria identità e all' “essere uomo” così come bisognerebbe essere. E' rinunciare alle enormi, sempre sorprendenti potenzialità dell'uomo e del cervello umano. Andreoli dice che la droga non dà
creatività, ma, parlando della cocaina, potenzia solamente quelle attività del cervello superficiali, tipo memoria e attenzione, per cui sembra che si è più brillanti, e non quelle attività profonde che ti permettono di ragionare correttamente e di meditare profondamente. E per questo la cocaina è la droga del nostro tempo, tempo in cui ci si deve mostrare attenti, brillanti e scattanti, ma poi è tutta superficie e si trascurano le profonde potenzialità dell'uomo. Per questo Andreoli è rattristato e preoccupato non solo per i danni fisici provocati dalla droga, ma perché un uomo o un giovane rinuncia a se stesso, alle sue potenzialità e a tutta la straordinarietà dell'essere uomo, uomo fragile ma “uomo”, naturale e non artificiale, chiudendo la porta a un possibile futuro migliore, per vivere unicamente per quella polvere bianca, la quale diventa, per chi ha raggiunto la dipendenza, lo scopo di tutta la vita e il centro di tutti i pensieri. E così per disintossicarsi non è sufficiente eliminare solo la dipendenza fisica dalla droga, ma occorre restituire quel senso umano alla vita che si era perduto e che ha fatto sì che una vita venisse buttata nella droga. Il libro di Andreoli appare tanto più attendibile nei suoi contenuti in quanto è stato scritto a mo' di lettera a un ipotetico lettore e non di “manuale” ed i suoi richiami a un' “umanità” della vita sono dettati dalle sue convinzioni profonde più che da un “sapere accademico”. Ancora qui si dice che la nostra è una società sempre più drogata e che la droga non è più vista come un male, ma piuttosto è invalso l'uso di “insegnare”, se si deve fare uso di droga, a come farlo “responsabilmente” e col minore danno possibile. E infatti si fa uso di droga nelle alte sfere della nostra società e persino in parlamento! Fondamentale, per l'autore, è l'educazione dei giovani all'interno della famiglia e per educare non è sufficiente “istruire” ma bisogna amare. Invece nel nostro mondo oramai i figli sono “visti come un problema, nel migliore dei casi o come delle disgrazie”. Secondo l'autore del libro, ci deve essere un rapporto tra genitore-figlio che deve essere desiderato, e non solo per il bene del figlio, ma anche per il bene del genitore, che desidera amare quel figlio. Andreoli parla anche del suo proprio rapporto col proprio genitore, col padre. Da come ne parla, evidentemente è stato un bel rapporto, nel quale egli si sentiva davvero amato. Quasi alla fine del libro, egli forse non si accorge nemmeno di fare delle considerazioni che io direi “mistiche”. Infatti dice che si reca spesso alla tomba del padre, che parla ancora con lui e che lo sente presente come se fosse ancora vivo! Alla fine ci siamo nuovamente ricondotti all'amore, al rapporto umano, al rapporto tra persona e persona, come chiave per risolvere ogni tipo di problema! Per essere vivo, per non buttarti nella droga, tu devi essere vivo per qualcuno e questo qualcuno può essere il padre, la madre, il figlio, la famiglia, il coniuge, gli amici o il Padre Eterno! Io, parlando personalmente, sono vivo per il Padre Eterno, perché ci credo e ho un rapporto con Lui come se fosse una persona (e lo E'!). Automaticamente, questo mio vivere per il Padre Eterno, fa sì che anche le altre persone siano “vive”. Senza questa mia fede nel Padre Eterno, per me nulla avrebbe senso in questa vita! Ed è anche una condizione dolorosissima che ho già sperimentato! In questa chiave, dell'amore per una persona e non per una sostanza, possiamo leggere la canzone di Mariah Carey del post precedente: “Without you” (Senza te). “I can't live if living is without you” (Non posso vivere se vivere è senza di te)!

domenica 1 marzo 2009

WITHOUT YOU (SENZA TE), Mariah Carey

WITHOUT YOU (Pete Ham, Tom Evans)


No I can't forget this evening
or your face as you were leaving
but I guess that's just the way
the story goes
You always smile but in your eyes
your sorrow shows
yes it shows
No I can't forget tomorrow
when I think of all my sorrow
when I had you there
but then I let you go
and now it's only fair
that I should let you know
what you should know
I can't live
if living is without you
I can't live
I can't give any more
I can't live
if living is without you
I can't give
I can't give any more
Well I can't forget this evening
or your face as you were leaving
but I guess that's just the way
the story goes
you always smile but in your eyes
your sorrow shows
yes it shows
I can't live
if living is without you
I can't live
I can't give any more
I can't live
(Live)
if living is without you
I can't live
I can't give any more
(No, I can't live)
(No, I can't live)
No I
No no no no I
I can't live
(No, I can't live)
if living is without you...
(No, I can't live)
I can't live
I can't give any more
I can't live


Youtube: Without you - Mariah Carey

SENZA TE

No, non posso dimenticare questa serata
o il tuo viso mentre andavi via
ma penso che questo sia solo
il modo in cui vanno le cose
tu sorridi sempre ma i tuoi occhi
mostrano il tuo dolore
si, lo mostrano
no non posso dimenticare il domani
quando penso a tutto il mio dolore
quando ti avevo lì
ma poi ti ho lasciato andare
e ora é bene che ti faccia sapere
quello che dovresti sapere
non posso vivere
se vivere é senza di te
non posso vivere
non posso dare niente di più
non posso vivere
se vivere é senza te
non posso dare
non posso dare niente di più
beh non posso dimenticare questa serata
o il tuo viso mentre andavi via
ma penso che questo sia solo
il modo in cui vanno le cose
tu sorridi sempre ma i tuoi occhi
mostrano il tuo dolore
si, lo mostrano
non posso vivere
se vivere é senza di te
non posso vivere
non posso dare niente di più
non posso vivere
se vivere é senza te
non posso dare
non posso dare niente di più

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