mercoledì 17 febbraio 2010

L'evolversi della democrazia (parte 4).

Perciò la decrescita economica non significa necessariamente diminuzione del benessere. Ma se le nostre scelte sono fatte solo in funzione del “benessere” allora siamo schiavi del “benessere” o comunque di un'idea di benessere che noi pensiamo sia tale, ma non è detto che sia effettivamente benessere. Io credo che sia possibile una “decrescita felice”, cosiddetta, che possa avvenire senza cambiare o ridurre necessariamente gli standard di vita a cui siamo abituati, ma non devo vincolare le mie scelte unicamente a una certa vaga idea di benessere. Perché se io credo che una cosa sia giusta allora la devo scegliere, anche se potrebbe comportare un cambiamento degli standard di vita e riduzione dei confort a cui siamo abituati. Ogni scelta che abbia un qualche valore infatti deve comportare un qualche rischio. Io credo che sia possibile rinunciare all'energia nucleare e fossile per affidarsi unicamente alle energie rinnovabili, è solo questione di migliorare la tecnologia. Sono contro l'energia nucleare perché, a parte i rendiconti economici che la rendono sconveniente, credo che sia l'energia più sporca di tutte, altro che energia pulita! Ma sono comunque contro l'energia nucleare, anche se la tecnologia delle energie rinnovabili non dovesse progredire sufficientemente e rischiassimo di avere un deficit di energia! Anche se una persona sola, che vive in prossimità di una futura centrale nucleare, si dovesse ammalare di cancro per le radiazioni disperse nell'ambiente, io sarei contro l'energia nucleare, e sappiamo che corriamo rischi ben peggiori, per noi e per coloro che verranno dopo di noi! Quel cittadino che andrà ad ammalarsi è anche mio fratello e la mia carità e la mia fede in Dio (e nella democrazia come la intendo io) mi deve imporre di preferire un tipo di energia alternativa pulita! Io non credo che oggi siamo tutti liberi di scegliere in questo modo, perché siamo ancora schiavi di questa certa idea del benessere, che le cose, il progresso, debbano procedere sempre allo stesso modo. Bisognerebbe avere il massimo rispetto di chi non la pensa come noi, anche se a torto! Si dovrebbe rispettare una popolazione che non vuole devastare il proprio territorio per fare passare i treni a 200 Km/h, anche se le sue preoccupazioni dovessero risultare infondate (cosa che io non credo peraltro). Questa dovrebbe essere secondo me la democrazia! Io rispetto la tua idea anche se non è necessariamente in linea con ciò che comunemente si chiama progresso! Forse oggi impera una certa male intesa idea di progresso e finché essa impera non potranno essere veramente i cittadini a possedere l'impero, a governare! (continua.......)

lunedì 15 febbraio 2010

L'evolversi della democrazia (parte 3).

Il 18 marzo del 1968, Robert Kennedy, fratello del presidente assassinato John Kennedy e candidato egli stesso alla presidenza USA, all'Università del Kansas tenne il seguente discorso sul PIL (Prodotto Interno Lordo, ovvero quella quantità economica che dovrebbe misurare la ricchezza, o fatturato annuo, di una nazione). Sarà assassinato anche lui, il 6 giugno 1968, solo 3 mesi dopo quel discorso: “Con troppa insistenza e troppo a lungo sembra che abbiamo rinunciato alla nostra eccellenza personale e ai valori della nostra comunità in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro Prodotto Interno Lordo ha superato 800 miliardi di dollari l'anno ma quel PIL – se giudichiamo gli USA in base a questo – quel PIL comprende l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le strade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte di casa e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende l'abbattimento delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nel caos della deregolamentazione urbanistica. Tiene conto della produzione di napalm e delle testate nucleari e delle auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck (criminali al centro di fatti di cronaca). E i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Eppure il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l'allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie o la solidità dei nostri matrimoni, l'acume dei nostri dibattiti politici, l'integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la fedeltà alla nostra patria. In poche parole misura tutto eccetto quello che rende la vita degna d'essere vissuta. Ci dice tutto sull'America eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere Americani”. Il PIL è una grandezza monodimensionale, ha una sola dimensione, può solo crescere o diminuire e perciò non può restituire la grandezza e la bellezza del vivere, che è multidimensionale, è fatto di molte cose, tra le quali, come dice Bob Kennedy: “l'allegria dei giochi dei nostri ragazzi, la loro educazione e la solidità dei nostri matrimoni. La nostra saggezza, il nostro coraggio, la nostra conoscenza, la nostra compassione, la fedeltà alla nostra patria........”. Inoltre, come dice anche Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la decrescita felice (la decrescita è quella del PIL: Youtube: decrescita felice maurizio pallante ) non tutte le merci sono beni e non tutti i beni sono merci. Una merce è qualcosa che viene scambiata con denaro. Ora: gli armamenti, che costituiscono qualche punto percentuale del PIL sono merci, ma non sono beni. Se io percorro un chilometro di strada con l'auto e ci metto un'ora, perché c'è traffico, ho fatto crescere il PIL, perché ho consumato più benzina, ma non è un bene, chi ci ha guadagnato? Ci può essere un guadagno circoscritto di denaro dei produttori di petrolio e di benzina, ma non è un bene reale perché il denaro di per se stesso non è un bene se non viene trasformato in un bene reale. E se io mi coltivo la mia frutta e verdura nel mio orto, mangio cibo di maggiore qualità e non spendo nulla, quindi non faccio crescere il PIL: usufruisco di un bene che non è una merce. Questa mania, ossessione della crescita economica porta a mercantilizzare tutto, cosicché si producono merci delle quali non ci sarebbe assolutamente bisogno, si producono più rifiuti, perché hanno un costo che fa crescere il PIL, si produce più CO2, perché il consumo di carburante fa crescere il PIL, perché c'è qualcuno che ci guadagna su. Si inventano dei pretesti per combattere le guerre, perché le guerre arricchiscono l'industria degli armamenti, le quali fanno crescere il PIL. Questa è la dimostrazione che la decrescita economica non comporta una riduzione della qualità della vita, ma potrebbe comportare persino un innalzamento della qualità della vita, proprio perché è priva di fondamento l'equazione merce = bene. E perché poi non si richiede di rinunciare all'energia, ma si richiede di migliorare la tecnologia perché l'energia possa essere usata in modo meno dispersivo e perché possa essere portata avanti l'energia delle fonti ecologiche e rinnovabili: eolico, solare, geotermico, dei biocarburanti.... Come dice Beppe Grillo: Non abbiamo bisogno di una centrale nucleare da 1 milione di Kilowatt, ma abbiamo bisogno di 1 milione di centrali da 1 Kilowatt: ognuno di noi può essere produttore in proprio di energia alternativa solare, eolica, ....e poi l'energia si condivide in rete, è solo questione di tecnologia, queste cose già si stanno facendo! (continua........)

L'evolversi della democrazia (parte 2).

Dunque l'evolversi dello Stato nella sua forma legislativa comporta per forza di cose un evolversi della società civile. Non è possibile pensare una di queste due cose senza l'altra. Perciò qui bisogna molto insistere sull'educazione civica nelle scuole, sulla cultura che si vuole trasmettere al popolo, piuttosto che mettersi a creare leggi a gogò che servano una volta per questa occorrenza, una volta per l'altra occorrenza, come un tampone, col risultato di intricare ancora di più la giungla legislativa e senza andare al cuore del problema. Una democrazia o società civile che si rispetti deve essere molto di più di un insieme di persone che si mettono d'accordo per la comune convivenza-convenienza civile. Deve essere permeata da un'idea di gratuità e di rispetto che va oltre la semplice convenienza della comune convivenza. Io ti devo sapere rispettare a priori e non solo perché così facendo ottengo a mia volta il tuo rispetto nei miei confronti. Se così non fosse ci sarebbe sempre il rischio che una parte di uomini, per la loro esclusiva comune convenienza, possano decidere di sopprimere un singolo individuo o un'altra parte di uomini la cui esistenza non rappresenta un beneficio, ma un ostacolo per il benessere dell'altra parte di uomini. Uno il rispetto verso gli altri e verso la vita in genere se lo deve imporre da sé a se stesso, non ci può essere una ferrea regola logica che ci imponga il rispetto altrui oltre l'umana convenienza. Ci sono persone che a volte “sembrano” essere solo un peso e non un beneficio per l'intera comunità, se si guardano le cose da un punto di vista esasperatamente logico e razionale. Quale forma di democrazia o società può tutelare la loro esistenza se non una società che affonda le ragioni del suo essere-esistere in una visione decisamente più mistica del mondo e non soltanto in una visione puramente utilitaristica dell'esistere? Io ritengo che una persona non-credente sia da rispettare come ogni altra persona, anche io so, per esperienza personale, che cosa vuol dire non-credere, ma ritengo che a un non-credente manchi sempre una più esatta e concreta visione dell'esistenza nel suo significato profondo. Anche gli embrioni e feti umani si inseriscono in quella categoria di persone (non ancora formate) che a volte possono essere considerate un “peso” dalle altre persone che hanno il potere di decidere. Se andiamo oltre una visione di semplice e immediata convenienza, ci accorgiamo che l'essere dell'uomo è radicato proprio lì, in quegli embrioni, che l'uomo non può sopprimere un embrione umano senza sopprimere contemporaneamente l'idea stessa e la dignità dell'uomo. Qui è necessaria una visione mistica del mondo, una visione che va appena un po' oltre una visione strettamente utilitaristica, ma è una visione del mondo che appartiene alle radici profonde dell'uomo, perché ogni credente sa che la fede è connaturata all'uomo e che la vita umana, anche in fase embrionale è un diritto di Dio e non dell'uomo!
Detto questo io sono per la laicità dello Stato, perché la fede non si può imporre con la forza, altrimenti non sarebbe più fede, ma imposizione! (continua........)

domenica 14 febbraio 2010

L'evolversi della democrazia.

Quale forma deve avere una democrazia? Repubblicana, presidenziale, monarchica, statalista, liberale? A quale forma di compimento deve giungere una democrazia dopo secoli e secoli e millenni di tentativi vari, passando attraverso dittature e semi-dittature, democrazie e semi-democrazie? Essendo io un credente e cattolico, naturalmente credo in una società in cui valga sentitamente una autentica fratellanza, non solo a parole! Non importa quanto lontani siamo da questa fratellanza universale, perché io credo che il fine a cui tendere è sempre quello, sia pure per giungere a risultati modesti! E' l'immagine del tiratore d'arco che deve puntare l'arco verso l'alto, anche se sa che fatalmente la freccia scenderà mano mano verso il basso, ma è così che finalmente colpirà il bersaglio, posto staccato, nemmeno poi tanto, dal suolo! Ecco, se non ci convinciamo che il bersaglio da colpire è, seppure poco, staccato dal suolo, non lo potremo mai raggiungere! E poi la fede la deve comunicare, chi ce l'ha, a chi non ce l'ha, e perciò io propongo questo ideale di democrazia, o di società, che va bene sempre, a qualsiasi livello di democrazia oggi siamo arrivati! E l'ideale che propongo io è quello di una autentica fratellanza quale è quella insegnata dal Cristo, naturalmente con Dio come Padre. Chi crede in Dio deve comunicare la sua fede a chi non crede, che non credendo comunque potrà chiamare Dio Padre: destino, oppure: sommo ideale! Ma guardiamo la natura dell'uomo a prescindere da un'ottica di fede! L'uomo è nato per vivere l'amore in una famiglia, quella in cui è nato! E nei tempi antichi l'uomo viveva nella sua piccola comunità che era la sua famiglia o clan!
Non resta che da estendere questa vità di piccola comunità, dalla piccola famiglia a tutto il mondo! Sia che guardiamo la cosa dal punto di vista della fede o no, l'uomo sa che guadagna la sua vita se la mette a disposizione degli altri, mentre la perde se la vuole conservare egoisticamente per se stesso! E' il ciclo della natura che ci fa vedere che la madre soffre per mettere al mondo i figli e per crescerli e poi non di rado si sacrifica per essi e sa che la sua vita ha raggiunto il suo scopo perché ha lasciato dietro di sé una discendenza, discendenza uguale a sé! L'uomo rafforza la sua vita mettendola insieme a quella degli altri uomini, nella totale condivisione di tutto, fino alle speranze e ai pensieri più riposti del suo animo, “gettando” la sua vita, affidandosi, nelle braccia del fratello amato, così come il fuoco si rafforza quando le varie fiamme di cui è composto si uniscono! Queste sono semplici constatazioni alla portata anche di chi non è credente! Qui non si tratta di essere ingenui e di affidare la nostra vita nelle mani di chi già sappiamo che ce la succhierà, la vita, perché sappiamo che ci sono tanti malfattori al mondo! Si tratta semplicemente di concepire, a livello ideale, il tipo di società a cui vogliamo tendere, che vogliamo costruire, già a partire da oggi! C'è una frase di Cristo che è lapidaria, a proposito dei malfattori in genere: “Siate semplici come colombe e prudenti come serpenti”! Io credo che se già conosciamo il tipo di società a cui tendiamo naturalmente, ci possiamo risparmiare tante inutili e penose fasi di società intermedie! Perciò io credo che, nell'immaginare la società di oggi o la democrazia che vorremmo oggi, noi dobbiamo rispondere solo a questa semplice domanda: come ci dovremmo comportare o meglio, come mi dovrei comportare io, se quell'individuo, di qualunque individuo si tratti, fosse mio fratello? Certo, la democrazia comporta qualche sacrificio, e in questo caso il sacrificio è quello di considerare il cittadino come mio fratello! In un'ottica di fede invece sappiamo bene che il cittadino sconosciuto, antipatico e a volte anche delinquente è Cristo stesso e il premio per averlo trattato come fratello sarà il Cristo stesso! In nessun caso qui si chiede una forzatura della ragione, ma forse dei sentimenti! Perché ogni uomo può essere considerato fratello di un altro uomo anche solo dal punto di vista naturale! Forse qui è bene lasciare cadere certe miopie nel considerare i fatti, come quelle della Lega Nord, che vorrebbe creare una comunità esclusiva di uomini, diversi dagli altri: gli uomini padani, per il semplice fatto che questi uomini padani abitano il territorio padano ed hanno interessi comuni a difendere questo territorio dall'invasione di altri uomini per definizione nemici, piuttosto che pensare ai modi di farsi amici questi altri uomini! Come se poi il territorio padano non risentisse dell'influenza di tutto ciò che succede nel resto del globo, e viceversa, dalle dinamiche economiche alle dinamiche dell'atmosfera e quindi è un errore che dovrebbe appartenere a una civiltà antica e non moderna, quello di credere che un territorio qualunque come il territorio padano non sia già di per sé collegato inestricabilmente al resto del globo! Perciò questo è il modello di società o democrazia che propongo io: il modello “familiare”!
Uno Stato prende la sua forma dalla società civile. Non è possibile scrivere delle leggi troppo difformi dal vivere naturale della società, perché sappiamo che queste leggi non potranno poi essere rispettate! La rigidità della legge nella società civile deve essere come la rigidità dello scheletro del corpo umano: deve servire a sostenerla! Ma non può essere vissuta come estranea alla società, ma in armonia con essa, così come lo scheletro non può essere vissuto come estraneo al corpo umano, ma in armonia con esso! Le leggi devono essere scritte con una ratio, con una ragione, non a capocchia, come se fossero una promozione commerciale, come quelle che si scrivono oggigiorno: se fai questo prima del 2000 avrai uno sconto, se lo fai dopo no, però se avrai prodotto questo documento sarai immune, a parte se la sorella di tua suocera avrà compiuto 80 anni e se sarà illibata! (Ho esagerato)....ma che c'azzecca! Le leggi devono essere snelle, ridotte all'essenziale, sfrondate di tanti giri di parole inutili, trasparenti e cristalline! Devono essere scritte in modo che ognuno, anche i potenziali trasgressori, leggendole possano riconoscere e accettare la giustizia insita in esse! Devono essere scritte in modo che i potenziali trasgressori le possano accettare perché le riconoscono giuste e siano indotti ad accettarle come un piano di recupero per essi, perché i trasgressori, fratelli, vanno recuperati e non puniti! E se non accettano le leggi perché troppo ingiuste e imparziali, troppo tenere con i potenti e troppo severe con i poveri cristi, come possono poi essere recuperati, i trasgressori delle leggi? Occorre poi mettere in atto quelle forme di detenzione, di custodia, proporzionate all'illecito commesso, che servano per il recupero, altrimenti non possono mai essere vissute come una sollecitazione al recupero, ma come un castigo immeritato! Magari semi-libertà ad altissima sorveglianza........E qui occorrerebbe davvero scervellarsi e riformare (sul serio) la giustizia! continua........

martedì 9 febbraio 2010

La ruota del bene e la ruota del male.


La ruota del bene e la ruota del male e in mezzo ci siamo noi come un laminato che deve uscire puro dalla fabbricazione, senza difetti strutturali, senza reclamare un'appartenenza esclusiva né alla ruota del bene, perché se no ci identificheremmo con Dio, sommo bene, né alla ruota del male, perché se no significa che avremmo una superbia luciferina, un'o-dio che vuole assolutamente contrapporsi a tutto ciò che E' e reclamare per se tutto ciò che NON E'! Siamo posti in mezzo a forze che ci chiamano al bene e forze che ci tentano al male, E' INUTILE CHE CERCHIAMO DI NASCONDERLO! SAREBBE COMODO PENSARE CHE SIAMO IL PRODOTTO NATURALE DEL NULLA E CHE IL MALE NON ESISTE, PERCHE' CI ESONEREBBE DAL COMBATTERLO, PERCHE' CI FAREBBE COMODO PENSARE DI NON AVERE NULLA CONTRO CUI COMBATTERE! AH.....LA PACE E LA DOLCEZZA DEL QUIETO VIVERE! NON C'E' QUESTO QUIETO VIVERE! NON CERTO TUTTI I MOMENTI CHE LO DESIDERIAMO! C'E' LA PACE E LA DOLCEZZA DI UNA COSCIENZA E DI UN CUORE ABITATI DAL CRISTO O DA DIO COMUNQUE, CHE SI QUIETANO DEL BENE FATTO! PER FINIRE CON S.GIOVANNI BOSCO: “Riposeremo in paradiso”!
DIO NON AVEVA CREATO L'INFERNO, COME DICE GESU' CRISTO NELLE RIVELAZIONI PRIVATE DI MARIA VALTORTA! (Il poeta Dante Alighieri dice, in Inf. III, della porta dell'inferno: Dinanzi a me non fuor cose create/ se non etterne, e io etterna duro/ Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate. Non dice che la porta dell'inferno è stata creata unitamente alle altre eterne cose, dice solo che tutto ciò che è stato creato prima di lei (dinanzi a lei) è eterno e (particolare molto importante) è per questo che anche lei dura in eterno, perché è stata creata in un ambito di eternità.) DUNQUE DIO NON AVEVA CREATO L'INFERNO, MA LO HA CREATO SATANA, IL PIU' BELLO DEGLI ANGELI, PER LA SUA SUPERBIA E DISOBBEDIENZA, E PERCIO' E' STATO PUNITO!
DUNQUE NON ESISTEVA, NELLA MENTE DI DIO, UNA PROSPETTIVA DI INFERNO E DI DANNAZIONE! E PERCHE' AVREBBE DOVUTO ESISTERE? OGNUNO DAVA IL GIUSTO TRIBUTO AL SOMMO CREATORE E SOMMO BENEFATTORE DI TUTTE LE COSE, NE RICEVEVA SOMMO BENE IN ETERNO, SECONDO LA GLORIA E VERITA' DEL SUO SPIRITO E NON C'ERA MOTIVO DI DISUBBIDIRE O STACCARSI DA LUI! (Nel Vangelo di Giovanni il Cristo dice che il diavolo non perseverò nella verità!). Si creò una sua verità, se ne allontanò, dalla verità, per crearsi una verità tutta sua, più a buon mercato, come diremmo noi oggi!
DUNQUE NON ESISTEVA NELLA MENTE DI DIO UNA PROSPETTIVA DI INFERNO E DI DANNAZIONE PER LE SUE CREATURE E ALLORA DOVREMMO CREDERE CHE ORA INVECE ESISTE? IO NON CI CREDO CHE ESISTE NEMMENO ORA! MA ALLORA COME DOBBIAMO INTENDERE TUTTO CIO'! DOBBIAMO INTENDERLO, SECONDO ME, CHE SONO LE CREATURE CHE SI DANNO L'INFERNO DA SE MEDESIME E CHE DIO NON INTENDE MOSTRARSI DEBOLE! TENERO E BUONO SI', MA NON DEBOLE! E CHE NON SI PUO' METTERE ALLA PROVA IDDIO CREATORE ONNIPOTENTE! (Dante Alighieri, nel suo viaggio attraverso i tre regni: inferno, purgatorio e paradiso, dice che la Madonna ha pregato affinché Dio sciogliesse il vincolo e perché lo poeta così si potesse recare nei tre regni e riportarne salvezza per sé e per molti! E, specularmente, sempre tramite la Madonna e in deroga ai decreti divini, ha ottenuto grazia, perché potesse poi, giunto in paradiso, avere la visione di Dio, visione che ci ha sublimemente descritto nell'ultimo Canto della Divina Commedia! Questa è un'indicazione molto preziosa! Vuol dire che Dio può ottenere una deroga ai suoi stessi decreti! In pratica significa che Dio non si è legato da solo le mani! Con Dio c'è sempre da sperare! Ho sentito, pochi giorni fa, Vittorio Sgarbi che, commentando il sublime affresco di Michelangelo del Giudizio Universale ha detto che Cristo nel giudizio non condannerà i cattivi, ma li manderà un fiat più in là, citando qualcosa che non ricordo! Questo contrasta con la Parola di Dio dei Vangeli che parla esplicitamente di condanna per i cattivi! Ora, io capisco e so che Iddio è buono e sommamente buono, ma non so come possa Vittorio Sgarbi avere ottenuto o sapere di avere ottenuto una deroga tale che nel giorno del giudizio le cose non si svolgeranno come ha detto il Cristo nei Vangeli, ma come ha detto Vittorio Sgarbi alla trasmissione “Il più grande italiano di tutti i tempi”! Dunque cerchiamo, chiediamo le grazie all'Altissimo, ma cerchiamo di ottenerle con il nostro buon operare e senza stravolgere le Sue parole!!!!!!!!!!!!)

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