lunedì 15 febbraio 2010

L'evolversi della democrazia (parte 2).

Dunque l'evolversi dello Stato nella sua forma legislativa comporta per forza di cose un evolversi della società civile. Non è possibile pensare una di queste due cose senza l'altra. Perciò qui bisogna molto insistere sull'educazione civica nelle scuole, sulla cultura che si vuole trasmettere al popolo, piuttosto che mettersi a creare leggi a gogò che servano una volta per questa occorrenza, una volta per l'altra occorrenza, come un tampone, col risultato di intricare ancora di più la giungla legislativa e senza andare al cuore del problema. Una democrazia o società civile che si rispetti deve essere molto di più di un insieme di persone che si mettono d'accordo per la comune convivenza-convenienza civile. Deve essere permeata da un'idea di gratuità e di rispetto che va oltre la semplice convenienza della comune convivenza. Io ti devo sapere rispettare a priori e non solo perché così facendo ottengo a mia volta il tuo rispetto nei miei confronti. Se così non fosse ci sarebbe sempre il rischio che una parte di uomini, per la loro esclusiva comune convenienza, possano decidere di sopprimere un singolo individuo o un'altra parte di uomini la cui esistenza non rappresenta un beneficio, ma un ostacolo per il benessere dell'altra parte di uomini. Uno il rispetto verso gli altri e verso la vita in genere se lo deve imporre da sé a se stesso, non ci può essere una ferrea regola logica che ci imponga il rispetto altrui oltre l'umana convenienza. Ci sono persone che a volte “sembrano” essere solo un peso e non un beneficio per l'intera comunità, se si guardano le cose da un punto di vista esasperatamente logico e razionale. Quale forma di democrazia o società può tutelare la loro esistenza se non una società che affonda le ragioni del suo essere-esistere in una visione decisamente più mistica del mondo e non soltanto in una visione puramente utilitaristica dell'esistere? Io ritengo che una persona non-credente sia da rispettare come ogni altra persona, anche io so, per esperienza personale, che cosa vuol dire non-credere, ma ritengo che a un non-credente manchi sempre una più esatta e concreta visione dell'esistenza nel suo significato profondo. Anche gli embrioni e feti umani si inseriscono in quella categoria di persone (non ancora formate) che a volte possono essere considerate un “peso” dalle altre persone che hanno il potere di decidere. Se andiamo oltre una visione di semplice e immediata convenienza, ci accorgiamo che l'essere dell'uomo è radicato proprio lì, in quegli embrioni, che l'uomo non può sopprimere un embrione umano senza sopprimere contemporaneamente l'idea stessa e la dignità dell'uomo. Qui è necessaria una visione mistica del mondo, una visione che va appena un po' oltre una visione strettamente utilitaristica, ma è una visione del mondo che appartiene alle radici profonde dell'uomo, perché ogni credente sa che la fede è connaturata all'uomo e che la vita umana, anche in fase embrionale è un diritto di Dio e non dell'uomo!
Detto questo io sono per la laicità dello Stato, perché la fede non si può imporre con la forza, altrimenti non sarebbe più fede, ma imposizione! (continua........)

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