domenica 16 novembre 2008

VA' A LAVORARE!

Intelligenza e volontà vanno usate entrambe! Se usassimo solo la volontà ci ridurremmo a fare tante cose, ma che alla fine non servono a nessuno, anche se esteriormente saremmo visti come delle persone “attive”! Dobbiamo anche trovare il tempo per fermarci e pensare a “che cosa” dobbiamo veramente fare! Ecco che qui entra in gioco l'intelligenza! La quale, a sua volta, se non è sostenuta dalla volontà, rimane sterile! Ecco perché, di per sé, la legge anti-fannulloni non serve a nulla! Perché si richiama alla sola volontà, staccata dall'intelligenza!
Una legge qualsiasi, o un codice di leggi, parlando più in generale, viene rispettato da un popolo, più o meno bene, se questo popolo è già preparato per questo codice, se la vita del popolo già rispecchia in qualche modo il codice che si intende fare rispettare! Così è inutile cercare di fare rispettare un codice troppo lontano dalla vita stessa che il popolo conduce, così come è inutile aggiungere ogni volta tante diverse leggi, che poi non saranno rispettate, perché si deve fare assumere ad un popolo un comportamento nuovo alla volta, non tanti comportamenti tutti assieme!
Così come è impossibile ottenere, dall'oggi al domani, la legalità là dove oggi c'è la mafia! E poi la nostra Costituzione (articolo 1) dice: l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro! Ma se è proprio in quelle zone che il lavoro manca, allora come si fa ad ottenere la legalità se viene meno il primo fondamento della nostra Costituzione? Forse bisognerebbe cambiare questo primo articolo della nostra Costituzione in: l'Italia è una Repubblica fondata sul rispetto e la convivenza civile! E poi però bisognerebbe adeguare tutte le altre leggi in modo che funzioni davvero così!
Immaginiamo una civiltà rurale ideale, come poteva esserci una volta (sappiamo che neanche una volta funzionava bene perché c'erano i grandi proprietari terrieri e c'erano i contadini sfruttati)! Immaginiamo che in questa civiltà, ogni persona, ogni famiglia possieda un proprio pezzo di terra da potere coltivare e nel quale potere allevare degli animali o dove potere svolgere delle altre attività! In una società siffatta è certamente più facile potere immaginare che ognuno viva del suo lavoro! Infatti, per male che vada, ognuno possiede un terreno da potere coltivare e potere vivere, bene o male, di sussistenza, dei frutti della propria coltivazione o allevamento! E la proprietà terriera sarebbe garantita dalla successione di padre in figlio! Questa, sebbene possa sembrare una società rurale, garantisce però un minimo di garanzia a tutti gli abitanti! Garantisce almeno il possesso della terra! E' un concetto antico di lavoro, ma almeno si poggia su qualcosa di ben concreto!
Nella nostra società odierna, invece, si nasce e quando si diventa maggiorenni non si ha nulla! Rinchiuso tra quattro mura in un appartamento, un giovane non possiede un terreno di famiglia su cui potere subito fare lavorare le sue braccia! Può studiare e lavorare in altro modo, d'accordo, ma non tutti possono avere questa possibilità! C'è una cultura diffusa che identifica troppo il disoccupato come uno scansafatiche! Se il disoccupato non trova il lavoro, allora vuol dire che non s'impegna, perché “i posti per lavorare ci sono”! Ecco che allora c'è una realtà, la disoccupazione, che accomuna giovani del sud (dove la disoccupazione è maggiore e dove la mafia ti offre una possibilità, illegale ma concreta, di lavorare) e giovani del nord! Questa purtroppo è una triste realtà e non serve fare i predicatori: “Se non lavori è perché non vuoi lavorare, è perché non ti impegni abbastanza”! E' che la società si è allontanata troppo da quella rurale ideale nella quale ognuno poteva sperare di potere lavorare nel proprio terreno! E' che la società reale non è quella immaginata o auspicata dal nostro ordinamento giuridico! Allora, o si continua a dire ai disoccupati del nord: voi siete tutti fannulloni in malafede e ai disoccupati del sud: voi pure siete tutti fannulloni in malafede e in tanti casi perfino mafiosi e la colpa è solo vostra, o si trova una soluzione a questo stato di cose! Come si diceva prima, una legge si può sperare che venga osservata da tutti i cittadini, quando appartiene alla vita vissuta, al proprio sentire!
Io credo che debba sparire del tutto, nella nostra cultura, questa concezione del disoccupato come fannullone! Come si può generalizzare? La società non è più quella di una volta! Adesso che siamo in crisi economica è pure dimostrato che in questa società, così com'è, qualcosa evidentemente non va! Al sud tanti non hanno la possibilità di trovare lavoro, e al nord, anche se in misura minore, tanti non hanno la possibilità di trovare lavoro, per diversi motivi, ma la sostanza non cambia, è sempre la stessa e non si può dire così facilmente il perché e giudicare! E non è solo la frustrazione di non potere rivolgersi ad un impiego che impiega le energie del disoccupato, ma anche e soprattutto la frustrazione di sentirsi inutile, di sentirsi un peso per la società civile, di sentirsi anche giudicato malamente per questo! E' assolutamente indispensabile che il disoccupato non si senta in colpa per il suo stato, così che venga integrato nella cultura, nella società civile! E' il primo passo! Se tutti i cittadini riconosceranno questo, se riconosceranno nella disoccupazione non necessariamente un demerito, ma semplicemente uno stato di cose, allora potranno anche nascere quelle leggi, quelle forme legali a tutela del disoccupato! Perché, come si diceva, la legge nasce, prima ancora di essere “legge di stato”, nella cultura di un popolo!

Nessun commento:

Post più popolari