mercoledì 5 agosto 2009

Convertire la "mafia" in "fiamma"!

Fiam-ma Ma-fia

Invertendo le sillabe della parola fiamma si ha la parola mafia.
La fiamma ha un nucleo incandescente che arde e che forma una zona esterna luminosa, che è quella a noi visibile e che dà luce e calore.
Così la mafia scambia l'esterno con l'interno. Scambia il prodotto della combustione con la combustione stessa. Scambia il prodotto visibile esterno con la vera forza interna della vita, quella che viene dal cuore e dai buoni sentimenti. Si vorrebbe possedere la vita, ma senza bruciare, senza ardere noi stessi, senza sacrificarci in prima persona. Si rimane affascinati dalla bellezza della fiamma e la si vorrebbe possedere, ma se non siamo noi a bruciare, a sacrificarci, e volessimo nel contempo possedere la fiamma, allora non saremmo: fiamma, ma saremmo: mafia!
La mafia vuole possedere la vita, ma vuole impossessarsene indebitamente, vuole impossessarsi della bellezza là dove non ha faticato, come se fosse bella e pronta senza fare nessuna fatica. E indubbiamente un tale atteggiamento nei confronti della vita deve incutere nei mafiosi stessi una certa soggezione nei confronti della vita, perché appare loro come una “fiamma”, come una bellezza ancora più enigmatica, più sfuggente, più soggiogante, proprio perché non si conosce, non si penetra il vero segreto della bellezza, che sta nell'amore e nel sacrificio! E da qui viene l' “omertà”!
L'omertà dei cosiddetti “uomini d'onore”! Una falsa concezione dell'onore e del rispetto, che altro non è che una invincibile soggezione nei confronti di una vita misteriosa, bella, immensa, che nonostante tutto “arde” e che in ogni modo incute rispetto a tutti, mafiosi e non mafiosi!

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